Skip to content

L'identificazione come effetto della struttura filmica


L’identificazione è un effetto della struttura, una questione di collocazione più che di psicologia. La legge empirica dell’identificazione secondo Hitchcock, magistralmente illustrata in Marnie, ha il merito di essere molto chiara su un punto essenziale: è la situazione e il modo in cui essa è proposta allo spettatore(l’enunciazione) che determinano quasi strutturalmente l’identificazione a questo o a quel personaggio, a un dato momento del film. Una conferma, anch’essa empirica, di questo meccanismo strutturale dell’identificazione è quella di guardare un estratto, preferibilmente non all’inizio, di un film che non si è mai visto: lo spettatore si trova dunque improvvisamente a confronto con personaggi che non conosce, di cui ignora il passato filmico, nel mezzo di una finzione di cui non sa quasi nulla; e tuttavia, anche in queste condizioni artificiali di ricezione del film, lo spettatore entrerà pressoché istantaneamente in quella sequenza di cui ignora tutto, vi troverà immediatamente posto, dunque interesse. Se lo spettatore aderisce così velocemente ad una sequenza estrapolata dal film è perché vi è da qualche parte identificazione, e dunque questa non passa necessariamente per una conoscenza psicologica dei personaggi, del loro ruolo nel racconto, delle loro determinazioni; in realtà, perché lo spettatore vi trovi posto, è sufficiente lo spazio narrativo di una sequenza, o di una scena, ed è sufficiente che in questa scena si inscriva un reticolo strutturato di relazioni, una situazione dove lo spettatore trova ugualmente un certo numerosi collocazioni organizzate in un certo ordine, in un certo modo, il che è la condizione necessaria e sufficiente di ogni identificazione. Come direbbe Barthes, l’identificazione prescinde dalla psicologia, essa è una pura operazione strutturale: io sono colui che ha lo stesso mio posto, io percepisco non delle analogie, ma delle omologie; l’identificazione è dunque una questione di collocazione, un effetto di posizione strutturale, e da qui l’importanza della situazione come struttura di base dell’identificazione in un racconto di tipo classico: ogni situazione che si verifica nel corso del film ridistribuisce le collocazioni, propone un nuovo intreccio, un nuovo posizionamento delle relazioni intersoggettive all’interno della finzione.
L’identificazione al personaggio non è mai cosi totale e monolitica ma al contrario essenzialmente fluida, ambivalente e permutabile nel corso della proiezione del film, vale a dire della sua costituzione da parte dello spettatore. L’identificazione di un soggetto è raramente globale, ma rimanda più frequentemente alla relazione intersoggettiva tramite un determinato aspetto della relazione con lui; le origini edipiche e il funzionamento strutturale di ogni identificazione, così come le caratteristiche specifiche del racconto filmico, bastano a determinare il carattere fluido, reversibile, ambivalente del processo di identificazione nel cinema.
Restano da osservare, a livello delle unità minime del testo di superficie, i microcircuiti in cui si generano al tempo stesso il racconto filmico e l’identificazione dello spettatore, ma questa volta piano per piano, nell’avanzamento di ciascuna sequenza; ciò che sembra specifico del racconto filmico è la straordinaria flessibilità del découpage narrativo classico: la scena più banale, nel cinema, si costruisce cambiando continuamente. Inoltre, bisogna essere assai prudenti nel rilevare la somiglianza tra ciò che è stato detto sulle caratteristiche dell’identificazione e le variazioni permanenti del punto di vista inscritte nel codice del découpage classico: se in effetti sembra che nel cinema il testo di superficie mimi, a distanza estremamente ravvicinata dai meccanismi più sottili, la labilità del processo di identificazione, nulla autorizza a vedervi un qualsiasi determinismo in cui uno dei due meccanismi sarebbe in qualche modo il modello dell’altro. Sarebbe troppo lungo descrivere qui in dettaglio gli elementi del testo di superficie che modificano il gioco dell’identificazione, ci si limiterà dunque a rilevare quelli che intervengono in questo processo nel modo più massiccio, più ineludibile.


Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.