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La questione del realismo al cinema

La questione del realismo al cinema



Affrontare la questione del realismo al cinema comporta necessariamente la distinzione tra:
1. Realismo dei materiali espressivi. Il cinema appare come uno dei modi di rappresentazione più realistici poiché è in grado di riprodurre il movimento e la durata, e di rendere l’ambiente sonoro di un’azione e di un luogo; tuttavia la sola formulazione di questo principio fa sembrare che il realismo cinematografico non si valuti se non in rapporto ad altri modi di rappresentazione, e non in rapporto alla realtà.
2. Realismo dei soggetti filmici e dei loro trattamenti. È in rapporto ad essi che si è potuto avere la qualificazione del realismo poetico e del neorealismo; ma tutti gli elementi che per Bazin definivano il neorealismo, a ben vedere sono tutti criticabili:
- riprese in esterni e in ambienti originali: erano solo parziali; d’altra parte le riprese in esterni o in ambiente originale non sono in se stesse fattore di realismo: bisogna aggiungere un fattore sociale alla scena perché essa lo diventi.
- ricorso ad attori non professionisti: è anch’esso limitato e alquanto manipolato, dato che professionisti o meno recitano in ogni caso; bisogna notare anche che erano doppiati in studio da attori professionisti.
- storia non drammatica: anche se esso abbandona un certo elemento spettacolare, non vuol dire che non fa ricorso ad una finzione in cui gli individui sono dei personaggi; la finzione non appare più realistica se non nella misura in cui essa diventa meno rosea.

Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
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