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Le funzioni sintattiche, semantiche e ritmiche del montaggio

Le funzioni sintattiche, semantiche e ritmiche del montaggio



FUNZIONI SINTATTICHE
Il montaggio garantisce relazioni formali individuabili come tali, più o meno indipendenti dal senso; esse sono essenzialmente di due generi:
- Effetti di congiunzione o di disgiunzione, e più in generale tutti gli effetti di punteggiatura e demarcazione, come ad esempio la dissolvenza incrociata; la produzione di una congiunzione formale tra due piani successivi, è in particolare ciò che definisce il raccordo nel senso stretto del termine, nel quale questa congiunzione formale viene ad rinforzare una continuità della rappresentazione stessa.
- Effetti di alternanza o di linearità. L’alternanza di due o più motivi è una caratteristica formale del discorso filmico, che non da luogo, da sé sola, ad un significato univoco; a seconda della natura del contenuto dei piani interessati, l’alternanza poteva significare la simultaneità, nel montaggio alternato, o esprimere una comparazione tra due termini disuguali riguardo alla diegesi, nel montaggio parallelo, ecc.

FUNZIONI SEMANTICHE
Questa è certamente la più importante e la più universale, quella che il montaggio garantisce sempre, e che ha dato luogo alle polemiche sulla collocazione e il valore del montaggio; essa ricopre infatti casi estremamente numerosi e vari:
- La produzione del senso denotato, che coincide con quanto descriveva la categoria del montaggio narrativo.
- La produzione di sensi connotati, essi stessi molto diversi nella loro natura: e cioè tutti i casi in cui il montaggio pone in rapporto due elementi differenti per produrre un effetto di causalità, di parallelismo, di comparazione, ecc. Proprio a causa dell’estensione quasi indefinita della nozione di connotazione, è impossibile fornire qui una tipologia reale di questa funzione di montaggio; certo, non mancano esempi classici per illustrare l’idea di comparazione o di metafora, ma si tratta di un caso molto particolare, riguardante il montaggio di due piani successivi

FUNZIONI RITMICHE
Questa funzione è stata riconosciuta, e rivendicata, e talvolta anche contro la precedente; è stato tra l’altro proposto di caratterizzare il cinema come musica dell’immagine, vera e propria combinazioni di ritmi. In realtà, come ha mostrato Mitry, non c’è nulla in comune tra ritmo filmico e ritmo musicale, se non altro per i diversi canali d’accesso: il ritmo filmico si presenta quindi come la sovrapposizione e la combinazione di due tipi di ritmi, del tutto eterogenei:
- Ritmi temporali, che si instaurano soprattutto nella colonna audio;
- Ritmi plastici, che possono risultare dall’organizzazione delle superfici del quadro, o dalla ripartizione delle intensità luminose, del colore, ecc.

Naturalmente, distinguendo in tal modo tre grandi tipi di funzioni ci siamo allontanati da una descrizione immediata delle figure concrete di montaggio, le quali si presentano in realtà come in grado di originare diversi effetti simultanei; come esempio basterà prendere una figura molto banale con il raccordo su un gesto, che produrrà almeno: un effetto sintattico di congiunzione tra i due piani (attraverso la continuità del movimento apparente da una parte e della giunta dall’altra), un effetto semantico narrativo, eventuali effetti di senso connotati, un possibile effetto ritmico (legato alla cesura introdotta all’interno di un movimento). L’idea di descrivere dei generi di montaggio è anch’essa molto antica, e si è concretizzata nella fabbricazione di tavole di montaggio, oggi ampiamente superate, spesso fondate più o meno direttamente sulla pratica stessa dei loro autori; ma il loro obiettivo, nella maggior parte dei casi, è un po’ confuso, e si tratta sia di un catalogo di ricette destinate a nutrire la pratica di fabbricazione dei film, sia una classificazione teorica degli effetti di montaggio: essi definiscono dei tipi complessi di montaggio, per combinazione di tratti elementari diversi, in relazione tanto agli oggetti che alle modalità di azione e agli effetti ricercati. Qualche esempio di queste tavole: Balazs, senza pretendere di essere sistematico, elenca un certo numero di tipi di montaggio: ideologico, metaforico, poetico, allegorico, intellettuale, ritmico, formale e soggettivo; Pudovkin elabora una nomenclatura differente, senza dubbio più razionale: antitesi, parallelismo, analogia, sincronismo, leitmotiv; Ejzenstein stesso propose la seguente classificazione: metrico, ritmico, tonale, armonico, intellettuale.

Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
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