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Novecento


I decenni centrali del Novecento sono quelli più austeri e severi nei confronti dell’ornamento il quale è stato riabilitato in modo positivo solo verso la fine di questo secolo.

Le Corbusier (contro ornamento) gli architetti devono sostituire i tendaggi e i tessuti damascati con uno strato puro di intonaco bianco.
Vs
Venturi (riabilitazione ornamento) gli architetti non devono lasciarsi intimorire dal purismo dell’architettura moderna.
Ornamento è positivo perché aggiunge elementi e quindi è visto come un arricchimento e togliere è visto come un impoverimento ontologico.

Ciò che Le Corbusier e Venturi condividono è l’interesse per un’architettura che ha un significato e non una forma e basta, nel primo caso attraverso l’eliminazione dell’ornamento e nel secondo caso attraverso l’aggiunta di ornamenti.

È fondamentale che un ornamento, ma anche la sua assenza, sia qualcosa di eteronomo rispetto all’oggetto al quale è aggiunto in particolare rispetto al significato dell’oggetto al quale è aggiunto.

• Città di Milano: quali sono gli edifici più belli e quali i più brutti?

Un esempio di edificio brutto possono essere i palazzi anni Sessanta privi di qualsiasi ornamento mentre un esempio di edificio bello possono essere i palazzi per abitazioni anni Trenta con i balconi in ferro battuto con piccole volute, quest’ultimi sono considerati belli perché c’è dettaglio.
Il palazzo anni Trenta rappresenta la dignità umana, ovvero indica al passante che quella è LA casa di un uomo, non è un vivaio o una cuccia al contrario la palazzina anni Sessanta di alcuni quartieri popolari non rappresenta la dimensione etica, l’identità umana.
L’uomo ha un’aspirazione (che diventa bisogno) all’evoluzione, al miglioramento della propria condizione.

• Come si rappresenta, mediante l’architettura, l’aspirazione all’evoluzione?

Attraverso l’ornamento, ovvero ad esempio le volute in ferro battuto.
La facciata della palazzina anni Trenta rappresenta chi è l’uomo ed è quello che ci fa dire che in una palazzina anni Trenta ci si abiterebbe mentre non si direbbe lo stesso di fronte ad una palazzina anni Sessanta.

L’accuratezza del dettaglio è sintomo della rappresentazione dell’essenza dell’uomo, ovvero la rappresentazione di chi è un uomo.

Tratto da ESTETICA DELL'ARCHITETTURA di Francesca Zoia
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