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Fine dell’arte in Hegel


Rendere manifesto sensibilmente lo spirito a se medesimo.
Se l’assoluto è assoluto non dovrebbe essere temporale… il nocciolo dell’arte è in temporale, ma la possibilità di manifestarsi dell’assoluto avviene nella storia (Hegel studia quindi la storia dell’arte. Lo spirito si manifesta diversamente nell’arte medievale rispetto all’arte greca classica..)
Legittimate la considerazione puramente logica di questo sviluppo in temporale e dall’altro lato della storia delle varie produzioni artistiche umane nelle quali hegel riscontra modalità diverse dell’apparizione dell’assoluto, destinate ad essere sorpassate. A un certo punto lo spirito assoluto si rivela insoddisfatto della sua manifestazione sensibile nell’arte, e sente il bisogno di passare nella religione, e quando ne sarà insoddisfatto si manifesterà nella filosofia.
È possibile un’indagine concettuale dell’arte? Hegel in radicale contrasto con Kant.
“Molti sono dell’opinione che il bello non si possa cogliere con concetti, proprio perché tale, per cui rimarrebbe per il pensiero un oggetto inconcepibile. Contro una simile affermazione va qui brevemente obiettato che, sebbene oggi tutti il vero venga presentato come inconcepibile, mentre sarebbe concepibile solo la finitezza del fenomeno e l’accidentalità temporale, è invece proprio il vero a essere assolutamente conce bilie, perché ha a sua fondamento il concetto assoluto e più precisamente l’idea. Ma la bellezza è soltanto un genere determinato di estrinsecazione e di rappresentazione del vero e si offre quindi da tutti i lati al pensiero concettuale […] infatti la bellezza […] è il concetto assoluto in se stesso concreto e, ancora più determinatamente, è l’idea assoluta nella sua apparenza a se stessa conforme”
La razionalità che costituisce l’intelaiatura del reale è pienamente reale a sua volta.
La bellezza è completamente attraversata dai concetti, dalla razionalità, appunto perché non semplicemente prodotto dello spirito, ma primo prodotto dello spirito nel rendersi conto di se stesso.
Qui sono operanti alcune categorie proprie di Hegel, che hanno una differenza profonda di significato rispetto a Kant.
La nozione di arte: per Hegel l’arte non è soltanto conoscibile per concetti, ma è la rivelazione della verità, l’idea assoluta nella sua apparenza conforme alla verità medesima. (apparenza non vuol dire illusione, è la verità nel suo darsi a vedere come tale, nel suo mostrarsi, rendersi visibile; si rivolge all’apparire come fenomeno positivo). L’arte è concepita come il singolarizzarsi dell’universale, come il vero, il quale è nello spirito, portato al livello dell’intuizione sensibile, presentato alla coscienza.
L’arte è la rivelazione della verità.
Pertanto:
a. Il nucleo dell’arte è la verità, lo spirito
b. Solo in quanto essa si rivela, appare sensibilmente in un individuale (in un’opera specifica…)

Tratto da ESTETICA di Silvia Lozza
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