Skip to content

Famiglia in situazione transizionale


Perdita temporanea. Quando uno dei due genitori se ne va da casa, deve venir negoziata una serie di adattamenti, che al ritorno devono essere revocati: le relazioni di coppia sono interrotte e devono ricostituirsi; i rapporti genitoriali cambiano e devono essere rinegoziati, il genitore che ritorna a casa deve stabilire nuovi rapporti con i figli. A volte, tali negoziati di transizione possono essere bloccati. Allora i modelli transazionali colpiti possono diventare deboli legami.    
Divorzio. Quando una coppia divorzia, l’uomo di solito è più abile della donna a disimpegnarsi. Le condizioni sociali che decretano che la madre deve prendere i figli, producono la continuazione della sua fedeltà al sistema precedente.    
Problemi cronici di confini. Si tratta del passaggio tensioni in un sottosistema attraverso altri sottosistemi. In una famiglia che funziona bene questo tipo di adattamento è possibile perché il sistema è governato da chiari, seppur flessibili, limiti. Sintomi disfunzionali possono comparire, tuttavia, se un sottosistema si serve sempre dello stesso membro (esterno a quel sottosistema) per diffondere i conflitti del sottosistema. Spesso quando i genitori usano un figlio per deviare o deflettere i conflitti coniugali, i confini tra il sottosistema genitoriale e il figlio diventa diffuso: triade rigida (rigida utilizzazione di un figlio nei conflitti  tra i coniugi che assume forme diverse).
Nella deviazione, un’altra forma di triade rigida, negoziare le tensioni della coppia tramite il figlio, serve a mantenere il sottosistema dei coniugi  in un’illusoria armonia.    
La deviazione dei genitori può prendere la forma di un attacco contro il figlio che viene definito fonte dei problemi familiari; in altre famiglie i genitori possono definire il figlio debole e malato e poi unirsi per proteggerlo; oppure la triade rigida può prendere la forma di una stabile e salda coalizione (uno dei genitori si allea al figlio contro l’altro genitore.    
La famiglia non cambia dopo un unico intervento terapeutico, ma richiede un continuo processo di coinvolgimento nella direzione dell’obiettivo terapeutico, ma richiede un continuo processo di coinvolgimento nella direzione dell’obiettivo terapeutico. Molti terapisti e molte famiglie tuttavia, trascorrono anni nei meandri delle fasi intermedie della terapia, perché hanno perso il senso di orientamento, che invece la mappa della famiglia rende esplicito. Poiché le complessità della terapia sono ridotte alle due dimensioni di una mappa, c’è una certa distorsione. Ciò non di meno, l’analisi strutturale ha il merito di dare un senso alla terapia intesa come processo diretto verso un obiettivo specifico.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.