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Risposte della famiglia all'intervento terapeutico


L’unica struttura della famiglia che si presenta immediatamente al terapista è quella disfunzionale. Uno dei compiti che affronta è sondare quella struttura e individuare  possibili campi di flessibilità e cambiamento attivando delle alternative strutturali che erano rimaste inerti.    
In genere la famiglia rigetta sondaggi che non sono in sintonia col sistema familiare; oppure può rispondere in 3 modi. La famiglia può senza difficoltà assimilare l’intervento del terapista, nei suoi passati modelli transazionali (ciò provoca apprendimento, ma non crescita). La famiglia può anche rispondere adattandosi, sia espandendo i suoi modelli transazionali, sia attivando modelli alternativi. Infine la famiglia può rispondere all’intervento del terapista come a una situazione completamente nuova. In questo caso il sondaggio è divenuto un intervento ristrutturante, se la famiglia non lo rifiuta, ci sarà un aumento di tensione nel sistema, l’omeostasi diventerà instabile, dando il via alla trasformazione.    
Di frequente i modelli di famiglia incontrati: la famiglia estesa, la famiglia con un figlio genitoriale, la famiglia in situazione transazionale, forniscono ulteriori illustrazioni dell’applicazione dell’analisi strutturale. Nessun modello di famiglia è intrinsecamente  normale o no, funzionale o no. La differenziazione di una famiglia è idiosincratica, secondo la sua composizione, il suo livello di sviluppo, la sua sottocultura. Ogni modello è suscettibile di modifiche. Ma ogni modello ha intrinseche debolezze, e possono essere queste le parti che cedono quando la capacità della famiglia di far fronte  alle difficoltà di è esaurita.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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