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Una prospettiva longitudinale: i Brown e Salvador Minuchin


I Brown cominciano la terapia dietro indicazione di un pediatra che ha avuto in cura la loro figlia Sally, di 10 anni. Sally è stata ricoverata  con una diagnosi di anoressia mentale, una sindrome psicosomatica  che presenta come sintomo più vistoso  una grave perdita di peso dovuta al non mangiare. La famiglia è composta da padre madre e 3 fratelli. Si dichiarano una “normale famiglia americana” che ha un unico serio problema, il rifiuto di Sally di mangiare. Sono in terapia a causa delle insistenze del pediatra.    
Un terapista della famiglia tratta l’anoressia mentale quale sintomo psicosomatico alla pari di altri sintomi, come possibile espressione di una disfunzione familiare nel paziente designato.    
Gli interventi terapeutici sono perciò diretti verso il paziente designato, ma all’interno del contesto familiare: la malattia non riguarda solo lui, anche se i sintomi sono l’espressione più lampante di un problema, la sua malattia è vera solo parzialmente, poiché si è sviluppata all’interno di un contesto di vita.    
L’obiettivo è di cambiare il sistema in un’atmosfera che ponga in evidenza l’interdipendenza, la reciprocità e il mutuo sostegno.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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