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Leggibilità : scrivere chiaramente

L’obiettivo principale della comunicazione giornalistica è l’efficacia nell’informazione del pubblico: assume dunque importanza il grado di leggibilità e comprensibilità della pagina.
La leggibilità di un testo, non dipende solo dalla qualità della scrittura, ma anche dalla sua messa in pagina, dall’adozione di un impaginazione lineare, dall’uso di figure e artifici grafici che aiutino il lettore nell’approccio.
La leggibilità di un testo è il frutto di più fattori concatenati:
- Le caratteristiche intrinseche del testo
- Le capacità alfabetiche del lettore
- Il tipo di relazione che si stabilisce tra testo e lettore
Si può stabilire che quanto più un testo è leggibile, tanto più è comprensibile.
Ci sono due variabili: le variabili lessicali e le variabili sintattiche che forniscono un criterio stabile di correlazione fra leggibilità e comprensione.

Il Lessico


Il rapporto tra lessico usato nella comunicazione verbale e la buona accessibilità dei contenuti della comunicazione stessa è molto stretto.
L’uso di una parola coinvolge direttamente il grado di conoscenza della lingua posseduto dal ricevente.
Il livello di conoscenza della lingua è dunque il parametro fondamentale da valutare quando si cerca di misurare e predire la comprensibilità di un testo, o quando si vogliono stabilire criteri di scrittura la cui applicazione consenta un miglior esito della comunicazione.
Lo strumento oggi disponibile per una verifica della qualità del lessico utilizzato è “Il Vocabolario Di Base” di De Mauro.
Sia per i criteri di classificazione dei lemmi, sia per la scelta del corpus, il Vocabolario di Base è il riferimento fondamentale per il controllo del lessico dei testi scritti in italiano.
Esso è uno strumento nelle mani del linguista per far sì che le probabilità che il messaggio trasmesso sia recepito dalla maggior parte della popolazione media, aumentino.

La Sintassi


Nel valutare la leggibilità dal punto di vista sintattico, si considera la lunghezza di alcune delle unità linguistiche che compongono un testo (la frase o la parola) come un fattore predittivo della maggiore o minore difficoltà di lettura.
Questa relazione si fonda su due assunti: 
- il primo, linguistico, è il seguente: minore è la lunghezza di una frase, maggiore è la probabilità che la sua struttura sintattica sia semplice e lineare.
- l’altro, di ordine psicologico, fa appello alla capacità di assimilazione di un testo da parte del lettore.
Per quanto riguarda la lunghezza delle parole, rappresenta la quantità di informazioni. 
La maggior parte delle parole nei vocabolari di base sono brevi e esiste una correlazione tra la brevità dei vocaboli e la loro frequenza. 
Questa correlazione è espressa dalla legge di Zipf (descrive la relazione tra il rango delle parole ovvero la posizione con cui compaiono in una ipotetica classifica che le ordina in modo decrescente in funzione della loro frequenza d’uso e la frequenza stessa). 
Questi due fattori sono i punti di riferimento di molti indici di leggibilità.
Un indice di leggibilità è una formula matematica che attraverso un calcolo di tipo statistico è in grado di predire la reale difficoltà di un testo in base a una scala predefinita di valori.
L’indice che ha avuto più successo è stato l’indice Flesch.
La caratteristica di questo indice è la semplicità di applicazione e la brevità e si presta anche manuale rapido e affidabile. Prende in considerazione come variabili linguistiche la lunghezza delle parole in sillabe e la lunghezza delle frasi in parole.
La formula, è stata adattata alla lingua italiana da Roberto Vacca.
In questa forma, l’indice Flesch è stato usato con profitto nelle ricerche sulla leggibilità compiute da De Mauro.
Tuttavia, il computo delle sillabe, era faticoso e si prestava a errori.
Così, per aggirare il problema, è stato preso in considerazione un indice che usasse le lettere e non le sillabe, ovvero l’indice gulpease.
La formula è stata determinata verificando con una serie di test la reale comprensione di un corpus di testi da parte di lettori selezionati ad hoc.
Molteplici sono i campi di applicazione: uno su tutti, quello dei quotidiani.

Selezione del Corpus


Abbiamo preso in esame l’articolo di fondo, il primo della sezione esteri e il primo di cronaca cittadina, dei quotidiani stampati dal “Mattino” (carattere regionale) e il “Corriere della sera” (carattere nazionale) il giorno 8 di ogni mese dal 1973, 1983, 1993, 2003 per verificarne l’effettiva leggibilità.
La scelta delle tre tipologie di articolo, è motivata dalla volontà di monitorare le differenze in termini di leggibilità di testi che corrispondono a diverse tipologie di scrittura giornalistica.

Metodo di analisi


L’analisi dei campioni selezionati è stata fatta con il programma “Eulogos-sistema lessicale integrato di analisi linguistica”.
Il programma procede al calcolo del numero di frasi per periodo e del numero di lettere per parola, determinando l’indice Gulpease del testo esaminato.

La leggibilità in funzione dell’istruzione dei lettori


Nel 1973, l’indice medio di leggibilità delle due testate, permetteva di leggere con facilità solo chi aveva conseguito un diploma di scuola superiore.
Ma visto che la maggior parte della popolazione non lo possedeva (solo il 6%), erano leggibili solo per la minor parte della popolazione.
Negli anni aumentano i livelli di leggibilità, ma aumenta anche il tasso di scolarizzazione degli italiani, cosicché si è arrivati alla situazione attuale, ancora lontana dal garantire piena fruibilità a tutti.

Tratto da FARE COMUNICAZIONE, TEORIA ED ESERCIZI di Anna Carla Russo
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