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"Film", Oc e Og. Macchina da presa, vianco e nero

"Film", Oc e Og. Macchina da presa, bianco e nero


    Oc insegue Og che nella sua fuga travolge tutti gli ostacoli che incontra: persone, cose, sulle quali capita anche camminarci. La sua è una fuga, che costeggiando un muro e girando sempre attorno ad esso, vuole essere da Oc e da ciò che fisicamente può averlo recluso, imprigionato.
    Il regista, nell’inquadratura 2, ci mostra un edificio di svariati piani, la cui struttura credo evochi nello spettatore chiaramente l’idea di un edificio adibito ad uso pubblico: il suo colore dal bianco e nero della pellicola non appare molto vivace, è dotato di una scala antincendio esterna, non si scorge niente e nessuno dalle finestre che faccia intendere di essere abitato, come anche la zona immediatamente circostante è scarna e deserta. Qualche attimo prima, dal muro la macchina da presa lentamente si sposta e con una prospettiva accidentale, ne scandisce la fine, vediamo stagliarsi dal muro un uccellino bianco che si dissolve nel grigio-azzurro chiarissimo del cielo.
    Con uno scorrimento velocissimo della macchina da presa veniamo “catapultati” sulla figura di Og: da adesso in poi non ci abbandonerà più.
    Questi indizi, anche se lo ammetto, la mia interpretazione può essere forzata, porterebbero a dedurre che Og stia scappando realmente, non solo dalla macchina da presa, ma che Og evada. Può darsi che il volo libero dell’uccellino in cielo sia il volo libero di Og da ogni luogo di costrizione.  

Tratto da "FILM" DI SCHNEIDER E BECKETT di Ornella Castiglione
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