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Il commento Leopardiano al Petrarca

Il commento Leopardiano al Petrarca


Ma perchè volumetti? Partiamo dal fatto che il commento leopardiano al Petrarca era destinato a fare parte di una collana dall'inquietante titolo Biblioteca amena ed istruttiva per le donne gentili. Stella la prese dall'editore Pirrotta e ne fece uscire ben quindici volumetti (dal XXI al XXXVII). L'opera di leopardi usciva prima di tre Galatei e di un romanzoi storico di Lafontaine (Maria Menzikoff). Significativo anche il formato dei volumetti: 10 x 16, il classico formato da livre de poche. Saranno poi nove i volumetti pubblicati.
La prefazione degli Editori è chiarissima e fa capire quale sia stata la titanica impresa del povero Leopardi: un'edizione per donne gentili su un poeta delle donne gentili, con un commento semplice e gradevole, nudo affatto d'ogni erudizione, che diradi le nuvole complesse dell'artista trecentesco. Il lavoro di Leopardi, continuano, si discosta molto da ogni altro commento mai fatto su Petrarca.Diversissima la versione che ne aveva preparato Leopardi, che non voleva certo ridurre Petrarca ad un poeta del cuore! Taglientissime le sue affermazioni sulle donne gentili e sugli stranieri che vogliano leggere allegramente Petrarca. Ma tagliente è anche ciò che dice il 15 marzo 1826 allo Stella mentre rimandava le bozze corrette del primo volumetto, dove raccomanda di inserire la spiegazione di ogni strofa subito dopo la fine di ciascuna perchè i soggetti a cui era dedicata l'edizione finirebbero per dover fare la fatica di voltare continuamente pagina e butterebbero il libro all'aria subito! Dice anche di non aspettarsi certo gloria da queste minuzie pedantesche e che il suo è un consiglio spassionato.
Il 23 giugno del 1826 Leopardi si giustifica del suo lavoro con la sorella Paolina e giura che mai più si impegolerà in una situazione del genere, che fortunatamente termina il 30 giugno dello stesso anno, quando consegna a Stella il suo lavoro. Tre giorni dopo si sfoga col padre Monaldo spiegando le ragioni per cui lo Stella si era imbarcato in un'impresa come quella: lo Stella sapeva che queste pedanterie in Italia sono amate e massimamente in Lombardia dove non si conosce praticamente altro.  Il lavoro noioso durerà in totale 6 mesi. Leopardi lo condusse con l'aiuto del solo dizionario del Cesari e del commento del Biagioli, dove trovava documentata notizia delle chiose di altri e più antichi commentatori. Un lavoro svolto secondo metodi ripugnanti; dequalificante e destinato a comparire in una collanina poco importante; da dimenticare al più presto, come confesserà ad Antonio Papadopoli.


Tratto da FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA di Gherardo Fabretti
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