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Zenone e lo stoicismo. Uomo sapiente e virtuoso


Nasce a pochi anni dalla fondazione del Giardino di Epicuro ad opera di Zenone di Cizio che a sua volta fonda ad Atene la Stoà nei pressi dell’agorà, la piazza principale. È questo già un fatto importante perché la Stoà si integrerà sempre di più nella vita cittadina. Un aneddoto racconta che Zenone in una bottega di libraio sentì leggere i Memorabili di Senofonte che parlavano di Socrate, e chiese dove si potessero trovare uomini così: gli venne indicato il cinico Cratete che proprio in quel momento passava da lì. Zenone allora ebbe all’inizio un’impostazione cinica ma poi abbandonò quello stile di vita dedicandosi alla dialettica vicina a Platone. I successori di Zenone furono Cleante di Asso, Crisippo di Soli, Diogene di Babilonia.
Questi filosofi riprendono in generale la connessione stretta che Socrate e poi Platone avevano stabilito tra virtù e sapere: in particolare con gli stoici sapiente e uomo virtuoso tornano a coincidere. Il sapiente risulta una figura imperturbabile, e ciò è dovuto al fatto che egli per il suo sapere si sottrae definitivamente all’area fluttuante e ingannevole delle opinioni e delle passioni. L’equiparazione tra vita sapiente e vita divina diventa una potente affermazione del primato della vita filosofica su tutte le altre: il sapiente tuttavia è una figura limite che difficilmente è esistito e può esistere. Gli stoici hanno una concezione fortemente unitaria e sistematica della filosofia: essa si articola in logica, fisica ed etica ma non possono essere assolutamente considerate isolatamente. Essa dunque non è gerarchia.

Tratto da FILOSOFIA ANTICA di Carlo Cilia
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