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Filosofia e senso religioso


L'uomo ha sempre cercato di dare un significato alla vita e alla morte, ma non ha mai concluso il lavoro, in quanto ad ogni provvisoria risposta se ne sono poste altre diverse, e nessuna è riuscita ad affermarsi in modo decisivo. Ammettere però che la conoscenza filosofica non può risolvere le tante incognite del problema del nostro destino, non autorizza ad arrendersi allo scetticismo. La ragione che si fa verità assoluta non può essere nostra, perché quest'ultima tende alla verità come al suo fine. Una filosofia che si limita a ripetere che il nostro rapporto con il mistero dell'essere è inspiegabile, finisce per estinguersi come filosofia. Il suo compito resta invece quello di spingere ad un progressivo arricchimento della conoscenza umana.
Il filosofo non può trarre dal dubbio solo la volontà di revisionare continuamente qualsiasi affermazione; filosofo è chi non adora il dubbio, ma quando è il caso lo utilizza come strumento di ricerca. Filosofare significa quindi acquistare coscienza del problema, e non importano le soluzioni, ma i problemi che si sollevano; non importa  trovare, ma ricercare. Compito è caratteristica del filosofo è quindi problematizzare ogni cosa, in quanto il fine da perseguire è la soluzione. Il fatto che i filosofi non sono ancora riusciti a dare l'ultima parola sulla vita non autorizza quindi a cadere nello scetticismo di sempre, secondo cui occorre non avere dubbi sull'impossibilità di avere una certezza.
Come già detto, la filosofia rivolge l'attenzione al reale nella sua unità e totalità, al contrario dello scientismo. Questa esigenza non è solo filosofica, ma anche religiosa, in quanto in entrambi i casi l'unità non solo è una strada percorribile, ma necessaria da intraprendere. In questo senso dunque la filosofia e la religione non sono differenti e possono sempre cercare un accordo. La fede è infatti presente nella filosofia come una forza conoscitiva e indica la ragione quale meta da raggiungere, qual è l'assoluto di cui è chiamata a dimostrare l'esistenza. Le principali idee della vita vengono alla luce da fatti, quindi anche dalla religione la ragione può vedere nascere immagini e concetti indispensabili per dare all'esistenza il suo significato.
Nel pensiero cristiano solo dopo si è imposta una scissione, per cui la filosofia viene non solo distinta, ma separata dalla teologia, la scienza empirica dalla filosofia.
È con Sant'Agostino che la fede viene posta alla base della conoscenza. Questa separazione tra fede e ragione non solo rende povera la fede, ma anche il modo di concepire la ragione. Se la fede non può essere ridotta ad una decisione soggettiva, irrazionale, per contro la ragione, staccata dalla fede, perde la sua prontezza ad accogliere il mistero dell'essere (chi vuole imparare deve credere).
La filosofia non si è sviluppata infatti indipendentemente dalla religione, ma come riflessione critica su ciò che la tradizione religiosa affermava. Il valore più alto della parola filosofica è infatti quello di essere una preghiera, una parola non rivolta all'uomo solo, ma a Dio. Quando ci si chiede quali sono i principi primi, l'identità dell'essere, cosa è l'assoluto, la ricerca della ragione si congiunge con la religione.
Nel Teeto Socrate, esorta l'uomo a sforzarsi di sfuggire dal mondo per rendersi simile a Dio secondo le proprie possibilità: rendersi simile a Dio significa diventare giusti e santi, e insieme sapienti.
La ragione e la religione si unificano quindi in un unico sapere integrale, che in realtà è molto più della sola filosofia, nel senso che il filosofo, essendo anche discepolo dell'assoluto, è spinto ad aprirsi a un modo religioso di pensare. L'uomo che ha voglia di scoprire cos'è l'assoluto, non può non avere il bisogno di una purezza di cuore, che solo la religione insegna e nutre.
La filosofia e la religione hanno in comune lo stesso termine reale di conoscenza: l'essere unico e il fine di tutte le cose. La coscienza religiosa e la riflessione filosofica s'incontrano dunque nel momento in cui sostengono la presenza di Dio. La filosofia quindi, è dalla religione che trae la sua originalità e il suo problematizzare. La religione dal canto suo non dovrebbe disprezzare l'indagine della ragione, in quanto sarebbe pericoloso se la religione pretendesse di far a meno della ragione.

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