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Cartwright e la legge scientifica


È bene però fare attenzione a non cadere nell’errore di considerare tutte le leggi dello stesso valore e quindi tutte uguali tra loro per il fatto che possiedono necessariamente qualcosa di comune. A sfatare ogni dubbio è stata la Cartwright in un suo scritto “Come le leggi della fisica mentono”. La studiosa prende in esame il pendolo e la legge che descrive l’isocronia delle oscillazioni. Dato che tale legge è più fondata su calcoli matematici che su prove fisiche e sperimentali si chiede: chi mi assicura che la legge che ho trovato attraverso una serie di astrazioni matematiche rispecchia e descrive esattamente il meccanismo del pendolo? Questa obiezione, giusta, serve a farci riflettere sul fatto che nonostante ci troviamo di fronte ad una legge a tutti gli effetti, questa differisce di molto da quella precedente per il suo scarso legame diretto con la realtà. Resta il fatto però che questi tipi di leggi con le loro astrazioni vengono accolte e utilizzate come tali perché nonostante la loro origine sia più squisitamente matematica, spiegano molto bene un numero enorme di fenomeni che tra l’altro spesso hanno magari poco a che fare con l’ambito all’interno del quale sono nate.
Concludendo questo argomento facciamo ancora riferimento a Van Frassen che è stato colui che ha confutato tutte le impostazioni fin qui viste a proposito del concetto di legge scientifica. Nella sua pars costruens egli sviluppa un’idea secondo la quale la scienza non va alla ricerca di leggi ma di simmetrie.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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