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3. Metodologie fondate sull’analisi rischio/rendimento


Φ. CAPM (modello monofattoriale: un solo fattore di rischio che impattano sul rendimento): il costo dei mezzi propri di un’azienda è dato dalla somma dei tasso privo di rischio e di un premio per il rischio, quest’ultimo legato all’esposizione al rischio di mercato che caratterizza la società (β)
kE= rF + βi × (rM - rF)

Parametri:

- Il tasso risk free del modello del CAPM dovrebbe corrispondere al rendimento offerto da attività finanziarie di emittenti privi di rischio di credito (di norma si ricorre ai rendimenti dei Titoli di Stato)

- Il premio per il rischio. E’ possibile  stimarlo basando il calcolo sull’analisi del differenziale storico tra i rendimenti dei titoli azionari e dei Titoli di Stato (premio per il rischio storico) o estrapolandolo dall’osservazione dei valori correnti di mercato (premio per il rischio dall’andamento degli indici di mercato azionario)
Coefficiente Beta. Modalità di determinazione
Basata sui dati storici (più diffuso). Si utilizza una proxy del portafoglio di mercato costituita da un indice di mercato azionario con il paniere di titoli più ampio possibile; si procede ad effettuare una regressione dei rendimenti delle azioni (rJ) rispetto ai rendimenti del portafoglio di mercato rM:    
rJ = a + b × rM
Il b (inclinazione della retta) ottenuto con la stima è una misura del beta del titolo azionario e quindi una misura del suo rischio non diversificabile
L’intercetta a invece esprime una misura della bontà della performance registrata durante il periodo considerato nella regressione, comparando i risultati effettivi con i rendimenti attesi dagli investitori.
L’analisi di regressione consente di ottenere un terzo parametro: il coeff. di determinazione (o R2), il quale misura la proporzione di rischio dell’impresa “spiegata” dal rischio sistematico.
Quando si effettua la regressione, l’analista deve effettuare tre scelte preliminari: la lunghezza del periodo su cui estendere la regressione, la frequenza delle rilevazioni, l’indice di mercato da utilizzare come proxy dell’intero portafoglio di mercato
Basata sui parametri “fondamentali” dell’azienda (struttura, strategie, decisioni e comportamenti). Secondo tale metodo, il profilo di rischio dei titoli azionari non deriva da processi statistici astratti di valutazione di tipo meramente statistico, ma affonda le proprie radici nell’azienda di cui i titoli sono espressione. In particolare, il profilo di rischio di un’impresa può essere scomposto in 3 determinanti:
Tipo di business svolto (e in particolare la ciclicità dei ricavi): settore stabile o reattivo alle condizioni congiunturali del mercato
Grado di leva operativa. E’ calcolato confrontando i costi fissi e il totale dei costi. Maggiore è l’incidenza dei primi sui secondi, maggiore è l’impatto che variazioni nelle vendite possono avere sul reddito operativo, poiché la struttura dell’impresa si presenta più rigida.
Grado di leva finanziaria. Un’impresa molto indebitata è rischiosa per l’investitore perché elevata è la varianza degli utili netti conseguibili dalla società. L’effetto sul beta dell’indebitamento è misurabile applicando la seguente relazione:
βL = βU [1 + (1 – TC)(D/E)]
βL è il beta comprensivo dell’effetto di leva finanziario e βU il beta determinato solo dal grado di rischio operativo della società (beta unlevered o beta asset).
L’effetto moltiplicativo dell’indebitamento spiega perchè in genere aziende caratterizzate da maggiori rischi operativi (legati al settore) sono più riluttanti all’impiego di mezzi di terzi.
Se si introduce la proprietà che il beta ottenuto dall’unione di due attività è la media ponderata dei beta relativi alle 2 attività singolarmente considerate, si possono ricostruire i beta di società operanti in più settori (approccio bottom-up), ponderando i beta per la rilevanza di ogni business all’interno dell’azienda.
Basato sui dati contabili, piuttosto che ricavabili dai prezzi di mercato. E’ possibile così sostituire gli utili contabili al rendimento di mercato nel calcolo del beta.
Questo metodo risente di 3 limitazioni: problema di significatività dei dati utilizzati (non sempre espressione dello stato di salute dell’impresa), i valori contabili possono essere oggetto di un livellamento forzato lungo l’anno e alterati da fattori anche non operativi; gli utili contabili possono essere misurati con una frequenza limitata (anche se vengono utilizzati dati trimestrali)

Tratto da FINANZA D'AZIENDA di Alessia Chiovaro
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