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Lo sconto


E’ lo strumento attraverso il quale si può ridurre il fabbisogno finanziario pur mantenendo i vantaggi di una politica commerciale prescelta. E’ praticabile a quei clienti disposti a pagare in anticipo rispetto ai termini consueti, al limite in contanti. Le conseguenze immediatamente percepibili dell’introduzione della manovra sono:
incasso anticipato dei corrispettivi
possibile riduzione del  prezzo di vendita. Es. Costo % anno = h/(1-h) × 360/(d-m)
h = % di sconto; d = dilazioni di pagamento; m = dilazioni relative allo sconto concesso per pagamenti anticipati.
possibile riduzione dei ritardi nei pagamenti e delle perdite su crediti
minori costi di gestione del credito Componenti di costo dipendenti dall’attività produttiva che ha avuto luogo nell’esercizio, relativamente ai beni venduti.
 Comprendono provvigioni pagate ai rappresentanti, i costi di trasporto, i costi di pubblicità e promozione, costi di ammortamento e canoni di leasing relativi a beni impiegati per attività commerciali
 Comprendono le retribuzioni del personale addetto all’amministrazione, i costi dei beni immobilizzati funzionali a tali operazioni, le remunerazioni della dirigenza non addetta a mansioni produttive o commerciali.
 E’ l’espressione chiave della redditività della gestione corrente.
 Nb: le due poste che compongono il quoziente non sono omogenee: i crediti v/clienti sono rilevati al lordo dell’IVA, il fatturato è espresso al netto. Per tale motivo è opportuno omogeneizzare i 2 valori scorporando l’IVA dai crediti v/clienti oppure aggiungendola all’ammontare del fatturato.
Al fine di trarre informazioni significative, è necessario conoscere il valore da esso assunto negli esercizi passati e confrontarlo con i valori presenti. Sotto il profilo finanziario, un aumento della durata media dei crediti, a parità di altre condizioni, determina un maggior investimento in capitale circolante. Ciò implica un più elevato fabbisogno finanziario, che a sua volta genererà maggiori oneri di natura finanziaria (interessi e dividendi)
 Se i finanziatori a breve richiedessero contemporaneamente il rimborso delle loro somme, l’azienda sarebbe costretta a smobilizzare parte dell’attivo consolidato per far fronte agli impegni, con conseguenze negative sul piano dell’economicità.
 E’ diversa dall’analisi dei margini di profitto, che misura invece il rapporto tra configurazioni intermedie di reddito e i ricavi (di vendita o volume della produzione) dell’esercizio.
 Può essere ottenuto partendo dal risultato periodale al netto delle imposte, sottraendo tutti i ricavi e sommando tutti i costi che non sono stati prodotti dalla gestione caratteristica: componenti positive e negative di natura straordinaria (minus e plusvalenze registrate, sopravvenienze attive e passive; svalutazioni e rivalutazione); della gestione accessoria; della gestione finanziaria (proventi e oneri finanziari)
 Rappresenta le risorse monetarie che nel corso dell’esercizio sarebbero state messe a disposizione (o assorbite) dalla gestione corrente, se non vi fossero stati ulteriori assorbimenti (o liberazioni) di risorse attraverso dilazioni o contrazioni del capitale circolante. Infatti, solo se nessuna variazione interviene nel capitale circolante, le entrate coincidono con i ricavi monetari (fatturato) e le uscite con i costi monetari della gestione corrente.  In altre parole, se il fatturato fosse stato interamente incassato e tutti i costi monetari della gestione corrente fossero stati anch’essi pagati in contanti, l’autofinanziamento reale e potenziale coinciderebbero.

Tratto da FINANZA D'AZIENDA di Alessia Chiovaro
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