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Sistema cardiovascolare


Sistema cardiovascolare: può essere rappresentato come un sistema costituito da una pompa e un insieme di tubi, collegati a formare un circuito chiuso.

Nelle arterie prevale l’elemento elastico, che serve a generare pressione;
nelle arteriole prevale l’elemento muscolare liscio, che serve a regolare la resistenza al flusso;
nei capillari è presente solo una membrane con cellule endoteliali, che conferisce la capacità di filtrare il plasma e di realizzare gli scambi con il liquido interstiziale;
nelle venule e nelle vene ci sono fibre elastiche e collagene che le rendono in grado di contenere notevoli volumi di sangue. 

Proprietà fisiche del sangue:
- proprietà viscose: rendono il sangue un liquido reale, non ideale. Reale, in quanto per metterlo in movimento è necessario conferirgli energia sottoforma di pressione; non ideale, in quanto la sua viscosità dipende dalla temperatura e dalla velocità. Il sangue infatti è una sospensione di particelle in un liquido viscoso: la sua viscosità è conferita dal contenuto proteico del plasma e dal contenuto di globuli rossi, determinabile dal valore dell’ematocrito;
- volume: influenza il funzionamento del sistema cardiovascolare in quanto ne determina il riempimento. Da ciò dipende la pressione di riempimento: fino ad un certo volume di sangue non è necessario fornire pressione, perché questo volume è inferiore alla capacità dei vasi; da un certo volume in poi, ogni ml in più causa la distensione delle pareti dei tubi, che essendo elastiche generano pressione. Questa pressione di riempimento determina quindi la gittata cardiaca, che dipende dal ritorno venoso che a sua volta dipende dal volume di sangue, dalla capacità del sistema e dalla compliance delle pareti vascolari (compliance= rapporto tra volume di sangue in eccesso e pressione sviluppata dalle pareti).

Quando il cuore batte, la pressione venosa all’ingresso dell’atrio dx scende vicino a 0 mentre quella arteriosa comincia a salire: si instaura quindi un gradiente di pressione che determina l’inizio del ritorno venoso. Il sangue pompato dal cuore fa aumentare ulteriormente la pressione arteriosa, e mano a mano che questa cresce, le resistenze offerte dalle arteriole sono vinte e il sangue comincia a fluire verso i capillari con velocità crescente, finché il volume che esce dalle arterie è uguale a quello che entra.

Principi di emodinamica:
• velocità del flusso in un circuito chiuso: dato che il sistema cardiovascolare è composto da serie di tubi di diametro diverso e dato che la portata di sangue è costante, la velocità sarà inversamente proporzionale al diametro del tubo. Quindi la velocità sarà minore in tubi più grandi e maggiore in tubi più piccoli. Nel sistema cardiovascolare però, dall’aorta si dipartono diversi vasi più piccoli, che a loro volta si ramificano in vasi più piccoli: a ogni diramazione, il diametro del singolo vaso è minore rispetto al vaso da cui origina ma la somma totale dei diametri risulta molto maggiore. Quindi si avrà che la velocità del sangue è max alla radice dell’aorta e diminuisce gradualmente andando verso la periferia, dove è min nei capillari;
• legge di Poiseuille: Q= ∆P/R  , dove la portata è uguale alla differenza di pressione tra due punti diviso la resistenza. La resistenza R=∆P/Q  è direttamente proporzionale alla lunghezza del tubo e alla viscosità del liquido, mentre è inversamente proporzionale al quadrato del suo raggio, quindi è maggiore in vasi più piccoli. Il rapporto tra la P arteriosa media e la gittata cardiaca dà il valore delle resistenze periferiche totali. Sempre applicando questa legge, si ha che la pressione arteriosa in ogni momento è data dal prodotto della gittata cardiaca per le resistenze periferiche totali.  La legge di Poiseuille per ∆P=Q∙R, si applica se il flusso nel vaso è laminare, mentre se diventa turbolento la resistenza, e quindi la caduta di pressione, diventa proporzionale anche al quadrato della velocità del flusso. Il passaggio da laminare a turbolento avviene quando viene superato il numero di Reynolds, dato da: (diametro∙densità∙velocità)/viscosità,  attorno al valore critico di 3000;
• legge di Laplace: applica la legge di Poiseuille a tubi con pareti elastiche, come le arterie:
P=T/r , quindi la pressione necessaria per vincere la tensione delle pareti è tanto maggiore quanto più piccolo è il raggio, mentre la tensione è tanto maggiore quanto più grande è il raggio.

Variazioni di pressione nella circolazione:
- aorta:
si ha una pressione max (sistolica) di 120mmHg , una min (diastolica) di 80mmHg e una media di circa 93mmHg. La pressione nell’albero arterioso cade di poco, in quanto la resistenza delle pareti è piccola. Nel passaggio dall’ aorta alla arterie più periferiche, la differenza tra pressione sistolica e diastolica, detta pressione pulsatoria, aumenta nettamente: questo perché le pareti elastiche delle arterie trasmettono la pulsatilità cardiaca sottoforma di un’onda di pressione, detta onda sfigmica;
- arteriole: sono vasi di resistenza, in quanto attraverso di loro la pressione si riduce di molto e il sangue entra nei capillari con una P di circa 35mmHg;
- capillari: la P si riduce ulteriormente di 25mmHg, in quanto il diametro del singolo capillare è molto piccolo;
- vene: il sangue entra nelle vene con una P di circa 10mmHg, sufficiente comunque a spingerlo nell’atrio dx, in quanto la R di questo compartimento è molto bassa.

Regolazione delle resistenze vascolari:
- risposta miogena e autoregolazione:  è la proprietà di regolazione del flusso ematico dovuta alla capacità del muscolo liscio di rispondere allo stiramento con una contrazione, indipendente dalla regolazione da parte del SN. La capacità di autoregolazione permette di mantenere costante non solo il flusso di sangue, ma anche la pressione di filtrazione capillare, consentendo di evitare variazioni del volume plasmatico e dei liquidi interstiziali.
- metabolismo cellulare: diversi meccanismi correlano il metabolismo cellulare con il flusso locale di sangue, consentendo di fornire un maggior quantitativo di O2 e nutrienti ai tessuti in stato di attività. La vasodilatazione indotta dall'innalzamento locale della temperatura svolge un ruolo importante nel garantire un maggior flusso di sangue ai tessuti che presentano un metabolismo più elevato. Fattori correlati al metabolismo cellulare, capaci di indurre vasodilatazione sono: la diminuzione della PO2 (ipossia), la riduzione del valore di pH dovuta a rilascio di CO2 e acido lattico, la presenza di ioni K e prodotti di degradazione dell'ATP, come l'adenosina. L'aumento del flusso di sangue osservabile all'interno dei tessuti in stato di attività, come conseguenza della liberazione di metaboliti con azione vasodilatatrice, è chiamato iperemia attiva;
- ruolo delle cellule endoteliali: costituiscono la tonaca intima di arterie e vene: producono un fattore con azione vasodilatatrice, l’ ossido nitrico (NO), rilasciato in seguito alla stimolazione meccanica delle pareti dovuta al passaggio di sangue;
- ruolo degli ormoni:  il sistema renina-agiotensina-aldosterone costituisce un complesso sistema fondamentale nella regolazione dell'equilibrio osmotico e del volume dei liquidi extracellulari. L'angiotensina possiede un'azione vasocostrittrice diretta ed è anche in grado di stimolare il rilascio di aldosterone  e di ormone antidiuretico (ADH, o vasopressina): entrambi questi ormoni causano un aumento del volume dei liquidi extracellulari e della pressione arteriosa.
Catecolamine: adrenalina e noradrenalina, il loro effetto sui vasi dipende dal tipo di recettori con cui si legano: i recettori α sono vasocostrittori, i recettori β sono vasodilatatori.
- sistema simpatico:  esercita azione eccitatoria sul muscolo cardiaco, mentre sui vasi sanguigni induce sia un'azione vasocostrittrice sia, in misura limitata, un'azione vasodilatatrice.

La noradrenalina, liberata in modo tonico, determina il tono della muscolatura liscia dei vasi, svolgendo un ruolo fondamentale nel mantenere i valori della pressione arteriosa. La diminuzione di noradrenalina determina vasodilatazione, che si oppone a un eccessivo valore di pressione arteriosa, o che facilita la dispersione di calore attraverso la cute. Quando aumenta la quantità di noradrenalina invece, la vasocostrizione che ne consegue determina riduzione del flusso di sangue in quel distretto, riduzione degli scambi fra capillare e tessuto, aumento delle resistenze periferiche totali, e aumento della pressione arteriosa;

- sistema parasimpatico: le sue fibre presentano una diffusione più limitata, dirigendosi alle ghiandole salivari e ad altri distretti del sistema digerente, alle arterie coronariche e cerebrali, al tessuto erettile dei genitali. Il mediatore chimico più diffuso è l'acetilcolina, che non è liberata in modo tonico ma solo in occasioni specifiche: questa determina sul cuore effetti opposti a quelli indotti dalla stimolazione simpatica, riducendo la frequenza di scarica nelle cellule pacemaker.

Sulle cellule muscolari lisce, l'acetilcolina può avere effetti diretti, aumentando la permeabilità agli ioni K e determinando iperpolarizzazione, o indiretti, tramite il monossido d'azoto liberato dalle cellule endoteliali.

Circolazione muscolare: per mantenere a lungo l’attività contrattile, il muscolo scheletrico ha bisogno di un adeguato apporto di O2 e sostanze nutritizie attraverso il flusso di sangue, e inoltre è fondamentale la caduta delle resistenze vascolari. Nelle contrazioni di breve durata invece, si utilizza il metabolismo anaerobico, che non richiede un immediato adeguamento delle riserve energetiche ma altera l’omeostasi del muscolo, che dovrà quindi essere ripristinata alla fine dell’esercizio.

Il muscolo a riposo manifesta un’intensa vasocostrizione: il flusso sanguigno e l’estrazione di O2 sono quindi scarsi. Quando aumenta il metabolismo, si verifica la vasodilatazione di tutti i capillari, permettendo un’estrazione di O2 quasi massimale.

Circolazione cerebrale: le cellule del SN dipendono interamente dal metabolismo ossidativo, quindi consumano sempre un’elevata quantità di O2 e necessitano di un flusso continuo di sangue. Questo flusso è quindi costante, ma non è ugualmente distribuito, privilegiando la sostanza grigia rispetto a quella bianca. Il flusso cerebrale è fortemente autoregolato, ma l’autoregolazione viene meno se la P arteriosa scende al di sotto di 50mmHg: in questo caso si scatena la reazione di Cushing, ovvero un’attivazione massimale e di breve durata del centro vasomotore bulbare, che provoca aumento delle resistenze periferiche, salvando così l’individuo da un’improvvisa ipotensione. La variabile più correlata alla regolazione del flusso cerebrale è la PCO2: infatti, una riduzione della PCO2 nel sangue arterioso, a causa di iperventilazione, si accompagna ad una riduzione del flusso cerebrale, esponendo al rischio di ischemia.

Circolazione cutanea: tutta la superficie corporea è ricoperta di cute e la sua circolazione è regolata dalle esigenze di termoregolazione. I vasi cutanei sono controllati da fibre simpatiche vasocostrittrici, che li mantengono contratti in condizioni di neutralità termica: quando si è esposti al freddo, il tono vasocostrittore aumenta, mentre sparisce del tutto quando si è al caldo, con la manifestazione di fenomeni di vasodilatazione legati alla stimolazione delle ghiandole sudoripare.

Tratto da FISIOLOGIA di Giulia Bonaccorsi
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