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Stiramento


Stiramento: durante l’attività, aumenta la quantità di lavoro che un muscolo può fornire.

Possiede una componente elastica e una contrattile:
- quella elastica si manifesta in quanto lo stiramento di un muscolo contratto prevede l’utilizzo di una forza contraria a quella esercitata e accumulata, sottoforma di energia elastica, negli elementi elastici in serie all’elemento contrattile. Quando poi lo stiramento cessa e può iniziare la contrazione concentrica, questa energia viene restituita per aumentare il lavoro compiuto, ma solo se la contrazione avviene immediatamente dopo la fine dello stiramento, altrimenti l’energia elastica accumulata si disperde in calore;
- quella contrattile invece, è legata ad uno spostamento del ponte acto-miosinico in una posizione con maggior energia potenziale, che viene poi spesa nella successiva contrazione concentrica. Quindi, una maggior quantità di forza può essere prodotta a parità di numero di ponti che si creano: inoltre, la stiffness (cioè la capacità elastica intrinseca di un muscolo) non varia nel muscolo sottoposto a stiramento.

Importanza dello stretching: lo stiramento esercitato passivamente sull’unità muscolo-tendinea, ha l’effetto di modificare le caratteristiche viscoelastiche del tessuto connettivo che riveste il muscolo, i fasci e le fibre. Dopo lo stiramento infatti, la tensione passiva dell’unità muscolo-tendinea viene ridotta, mentre la sua capacità di contrazione e allungamento (detta compliance) viene aumentata. Di conseguenza, diminuisce la tensione prodotta dagli elementi contrattili per provocare il movimento articolare e quindi diminuisce anche la spesa energetica.


Tratto da FISIOLOGIA di Giulia Bonaccorsi
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