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Caratteristiche del ciclo riproduttivo della cavalla


Il managment della cavalla è più costoso del bovino proprio per le caratteristiche del ciclo. La cavalla diviene pubere quando ha il suo primo ciclo riproduttivo con comparsa del primo calore e la prima ovulazione. La pubertà dipende da vari fattori: dallo stato di nutrizione del soggetto che ne determina il BCS, ma dipende fondamentalmente dal mese di nascita, infatti la pubertà si instaura nella prima stagione riproduttiva dopo che la puledra ha compiuto minimo 12 mesi d’età cioè se una puledra nasce a Febbraio , l’anno successivo ad Aprile inizierà a ciclare. Al contrario, una puledra che nascesse a Settembre inizierà a ciclare non a Settembre dell’anno successivo ma nella primavera successiva quindi 18 mesi anziché 12. Quindi il mese di nascita influenza il momento in cui il soggetto diviene pubere e quindi in grado di riprodursi. Inoltre ci sono delle concezioni ambientali di settore che fanno si che una cavalla non venga mai fecondata alla pubertà, ma viene fecondata ad un’età minima di 2-3 anni, molto probabilmente anche età superiori per cavalli da sella, ostacoli; anche se  sappiamo che, grazie a studi sull’embryo transfert,  cavalle di 2 anni  sono già idonee come donatrici di embrioni, quindi di conseguenza non c’è una preclusione alla capacità riproduttiva ma è solo una resistenza dell’ambiente ingravidare soggetti particolarmente giovani.

La cavalla è condizionata da una stagionalità, è un animale poliestrale stagionale a fotoperiodo crescente, significa che inizia a ciclare quando aumentano le ore di luce e, nel momento in cui diviene ciclica, nell’arco della stagione primaverile ha dei calori che si susseguono ogni 21 giorni.  A questi si alternano dei periodi dell’anno nei quali l’animale non è ciclico, quindi durante l’inverno si parla di Anestro invernale (Novembre- Gennaio). Esistono puoi due periodi intermedi che sono detti periodi di transizione, uno invernale e uno primaverile nei quali la cavalla può mostrare segni di tipo estrale ma non ovula e quindi non è fertile. La transizione primaverile, che viene tra gennaio e marzo, per noi ha una grande importanza perché l’animale manifesta segni estrali ma non ovula e quindi il calore non termina, specialmente in animali destinati alla monta naturale (in questo caso si dice che mi ha frugato lo stallone).  L’anestro invernale colpisce il 60% delle cavalle , e quindi vuol dire che una percentuale di cavalle resta comunque ciclica  anche in inverno e quello che determina che si ferma o meno sono fattori di razza (50% PSI e QH; 100% ponies, cavalle giovani, cavalle che hanno allattano), in ogni caso l’anestro invernale  si instaura quando diminuiscono le ore di luce. Si dice che presentano un comportamento NI nel senso che in generale non accettano l’accoppiamento in anestro però dipende molto dal grado gerarchico della cavalla nei confronti dello stallone; la società equina, a parte lo stallone che è al vertice, è comunque matriarcale quindi c’è la femmina capobranco appena al disotto dello stallone. Più un soggetto è dominante , meno accetterà di essere coperta dallo stallone, soggetti che sono bassi nella gerarchia del branco, pensiamo ad esempio allo stato brado, a volte accettano la monta come atto di sottomissione al maschio però in questo senso è NI, quindi più sono bassi nella scala gerarchica e più possono avere comportamenti equivoci.
Il problema della transizione è che chi è in monta naturale non capisce se deve coprire o no questa cavalla, non capisce se finisce o meno, e quindi loro ti dicono che la cavalla non resta gravida proprio perché non ovula; l’altro problema è che la fecondazione è un atto, sia in monta naturale che in monta artificiale,  che aumenta il rischio di infezioni all’utero, perché c’è intromissione di seme , della verga, dell’operatore, e quindi aumentano i rischi di infezioni croniche dovute a inseminazioni ripetute, quindi per questo va monitorato con grande attenzione. Il periodo di transizione poi ha una durata piuttosto lunga, quasi 40-60 giorni con media di 3,7 cicli di sviluppo/ regressione , che facilmente confondono l’allevatore; in questo periodo (fluttuazione di FSH senza ovulazione, con ovaie grandi e molti follicoli piccoli tra 20-30 mm o pochi >30mm) la cavalla si fa coprire dallo stallone.
I fattori che determinano l’avvicendamento della stagionalità sono prima di tutto il fotoperiodo che va ad agire sulla ghiandola pineale che da una serie di informazioni  su quelle che sono le ore di luce; lo stato di nutrizione (soggetti cachettici o con BDS molto basso  tendono a rimanere in anestro più a lungo dei soggetti  in buone condizioni); il clima  (nelle regioni del nord europa l’anestro dura fino a Maggio, mentre alle nostre latitudini  si conclude in generale ad Aprile, e questo perché si è visto che la temperatura minima media settimanale influenza di circa 10 giorni la ripresa della ciclicità). Asportando la ghiandola pineale, il ciclo della cavalla rimane comunque inalterato indipendentemente quindi da tutto, il ciclo endogeno ha una sua ciclicità intrinseca.
Possiamo controllare la stagionalità monitorando la cavalla attendendo la prima ovulazione con ecografie ripetute (è molto costoso) oppure si può anticipare la fase di transizione attraverso la foto stimolazione, ossia si imbroglia la ghiandola pineale e quindi convenzionalmente dal 1 Dicembre le cavalle che vogliamo coprire presto vengono messe sotto luce ossia alle 4 del pomeriggio vengono messe in box e utilizzando una lampada accesa fino a mezzanotte (100lux una lampadina da 60watt) portiamo le ore di luce dalle 8-9 ore alle 16, facendole credere che sia primavera e questo facilita una ripresa della ciclicità precoce, quindi già a Gennaio-Febbraio queste cavalle iniziano a ciclare. La foto stimolazione necessita un periodo di stimolazione almeno di 35 giorni continuativi. Per riprendere la stagionalità possiamo utilizzare dei farmaci progestinici che sopprimono l’estro mimando il diestro con risparmio del LH per l’ovulazione tuttavia se non c’è luce non servono. Durante la stagione riproduttiva, quindi quando è finita la transizione , è avvenuta la prima ovulazione , l’animale diviene ciclico quindi vuol dire che si alternano ogni 21 giorni l’estro(predomina la fase follicolare) e il diestro(predomina il corpo luteo con il progesterone). L’estro dura in modo variabile, mentre nella bovina possiamo dire che dura alcune ore, nella cavalla la lunghezza dell’estro dipende da numerosi fattori: dalla stagione (estri più lunghi in primavera rispetto l’estate), dalla razza (le TPR hanno estri più lunghi rispetto alle QH), e dalle dimensioni del follicolo dominante (la cavalla ovula un unico follicolo per ciclo, se quando finisce la vita del copro luteo e il follicolo che è dominante è di 30mm di diametro anziché 15 avrò un calore più breve rispetto se era di 15, perché impiegherà meno tempo per raggiungere la dimensione critica all’ovulazione) creando quindi un grosso problema in quanto non posso programmare a tavolino il momento dell’ovulazione, e quindi non posso programmare in modo mirato  la fecondazione significa che devo ancora una volta monitorare il ciclo ecograficamente per vedere quanto è grande questo follicolo  e per sapere quando dovrò fecondare. Di qui i costi onerosi della fecondazione artificiale delle cavalle rispetto alle bovine; posso sincronizzare l’inizio dell’estro ma non la fine e quindi diventerebbe difficile e costoso ordinare una partite di seme per più cavalle. In generale l’estro dura da 4-12 giorni con ovulazione 24-48 ore prima del calo della recettività verso lo stallone. Durante l’estro a volte, la capobranco potrebbe non accettare il maschio e quindi se vanno in monta naturale potrebbero confondere le idee anche al maschio, lo stesso vale per le fattrici che hanno il puledrino al piede, in quanto è maggiore l’interesse per la prole rispetto all’atto sessuale. La funzione dell’estro è comunque il concepimento, e quindi durante l’estro avviene l’ovulazione, il trasporto di spermatozooi e la fecondazione; le ovaie sviluppano diversi follicoli ma tendenzialmente ne ovulerà uno solo e dopo l’ovulazione la cavalla resta recettiva per 1-2 giorni. L’ovulazione è un processo rapido (pochi minuti) che, nella cavalla, avviene solo a livello di fossetta ovulatoria. Il diamentro dei follicoli preovulatori varia da 30-60 mm e si riduce con l’avanzare della stagione riproduttiva. Il follicolo è soffice alla palpazione; con flocculazioni ecogene nel fluido follicolare, riduzione del grado di edema uterino. Il follicolo si svuota e si ri-riempie con sangue, in 2-3 gg si forma il corpo luteo
Ovulazioni doppie: circa il 16%, legate a razza, predisposizione genetica, linee familiari.
Il diestro, la fase in cui la cavalla non accetta il maschio; finito il calore, la cavalla ha ovulato, il follicolo si trasforma in corpo luteo che produce progesterone. Questo ha una durata costante di 14-15 giorni, durante il quale, la cervice e l’utero si chiudono sotto effetto del progesterone perché l’utero deve rimanere protetto dall’esterno perché deve accogliere l’embrione. In questa fase notiamo che nelle ovaie si sviluppa il corpo luteo e a volte possiamo notare una crescita di follicoli che possono ovulare o meno ma non danno segni estrali. Dal momento in cui noi diciamo che la lunghezza dell’estro è variabile, io che devo ordinare un seme deve arrivare dall’estero come faccio a sapere quanto durerà? L’unico modo per prevedere un’ovulazione è indurla, ossia utilizzando dei farmaci. I farmaci disponibili (HCG simile all’LH) agiscono solo in presenza di follicoli di diametro superiore ai 35mm inducendo l’ovulazione dopo 36-40 ore dalla somministrazione. Utilizzando i farmaci posso programmare l’arrivo del seme e sincronizzarlo con l’ovulazione.

Tratto da GENETICA E ALLEVAMENTO DEGLI EQUINI di Denis Squizzato
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