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Digeribilità degli alimenti nella nutrizione del cavallo

La digeribilità si colloca all’interno della valutazione nutrizionale degli alimenti per i cavalli, ed è propedeutica allo studio degli alimenti. L’energia lorda si può calcolare anche dalla base della composizione chimica degli alimenti conoscendo il contenuto di proteine, di lipidi grezzi e di carboidrati; esistono altresì dei metodi di stima diretti e prevedono l’uso della bomba calorimetrica. L’energia assunta dagli alimenti viene in parte utilizzata dall’animale e in parte persa nel corso dei processi fisiologici, nella digestione e nel metabolismo. La parte più importante che riguarda queste perdite, è la perdita di energia sottoforma di feci. La differenza delle due darà l’energia digeribile. Alcuni considerano il cavallo un ruminante al contrario; il cavallo ha lo stomaco ghiandolare, l’intestino e cieco e colon dove avvengono le fermentazioni. Per digeribilità si intende la quota di SS, SO, PG (o qualsiasi altro principio nutritivo) che viene digerita e assorbita nel tubo digerente dell’animale per effetto di attività meccaniche (masticazione), enzimatiche e microbiche(Digeribilità=Ingesta I – Escreta E). Quando utilizziamo la formula   per calcolare il coefficiente di digeribilità, in realtà otteniamo una digeribilità apparente, in quanto  nelle escreta non troviamo solo dei residui che provengono dall’alimento ma anche degli enzimi che attraversano il tubo digerente, spoglie batteriche, desquamazioni degli epiteli, parti che in realtà dovrebbero esser sottratte all’E. questa quota da sottrarre rappresenta la quota endogena.
Coeff. Di digeribilità reale (%). Tra i metodi di stima della digeribilità forse quello primario è rappresentato da quello in vivo, che funge da riferimento, distinguendosi in diretto (raccolta totale delle feci) o indiretto (uso dei marcatori). I metodi in vitro (incubazioni enzimatiche, incubazioni enzimatiche e/o con inoculi batterici prelevati dal cieco o dalle feci), in situ (digeribilità ciecale con la fistole, viene utilizzata una parte dell’animale) e composizioni di stima (sulla base della composizione chimica con metodi tradizionali o NIRs) sono secondari.  I metodi in vitro, tuttavia, permettono un confronto tra diversi laboratori. La stima della digeribilità in vivo con metodo diretto si basa sulla stima del bilancio ingesta-escreta utilizzando dei protocolli ben definiti: gli animali devono essere in numero sufficiente (almeno 5-6), gli animali devono essere tenuti per un certo periodo con una dieta di adattamento (1-2 settimane) mentre la fase sperimentale cioè la raccolta delle feci (almeno 5 giorni). Sulla base dei dati raccolti dalle feci e dagli alimenti verrà poi calcolata la digeribilità. È importantissimo definire altresì il livello nutritivo della dieta, cioè il rapporto tra l’energia assunta dall’animale con la dieta e l’energia che serve per il fabbisogno di mantenimento (se ad esempio consideriamo il livello nutritivo pari a 1 vuol dire che l’animale assume una quantità di energia pari a quella che gli serve per il mantenimento). Di solito le prove di digeribilità sui cavalli, vengono effettuate considerando come livello nutritivo il mantenimento. La raccolta delle feci, utilizzando apparecchi installati sugli animali, non sono inquinate dalla lettiera, permettendo all’animale di pascolare (sistema australiano). È importante la raccolta totale, in quanto, dovranno essere miscelate completamente per utilizzarle come campione unico. Potendo poi raccogliere anche le urine, è possibile calcolare il bilancio dell’azoto e successivamente il valore biologico della proteina assunta dall’animale stesso. L’impiego dei marcatori è un metodo indiretto di stima della digeribilità in vivo, utilizzando come marcatori quelli endogeni (sono all’interno dell’alimento, assunti dall’animale attraversano il tubo digerente senza subire alcun tipo di digestione) ed esogeni (aggiunti; alcani, ossido di cromo, ossido di titanio). I marcatori devono passare inalterati il tratto digerente, non devono essere tossici per l’animale, devono seguire il transito del digesta (solido/liquido) e devono essere facilmente misuraili.  
AIA (ceneri acido insolubili) e ADL (lignina acido detergente) rappresentano due marcatori endogeni (Van Soest); la digeribilità in questo caso viene calcolata facendo la concentrazione del marcatore nelle feci – la concentrazione del marcatore nell’ingesta / conc marcatore feci x 100, questo perché la concentrazione del marcatore delle feci è più alto. I metodi endogeni sono vantaggiosi in quanto non è previsto l’inserimento del marcatore nella dieta; sono svantaggiosi in quanto non tutta la quantità di lignina e ceneri insolubili, è effettivamente indigeribile (una parte di lignina può essere digerita).  Il metodo in vitro riproduce quello che accade nell’animale in laboratorio. Martin Rosset ricavò la dSO partendo da dati di laboratorio utilizzando alcune equazioni. Un’altra stima prevede l’uso della pepsina e , al posto di un altro enzima, l’incubazione nel contenuto del cieco ottenendo risultati assai bassi per la fibra, bassi per la sostanza organica questo perché dipende da molti fattori. Un’ulteriore tecnica per la stima è l’utilizzo di incubatori Daisy con feci equine utilizzando dei sacchetti con all’interno l’alimento.
Martin Rosset utilizzando alcuni parametri è riuscito a stimare la digeribilità e precisamente quelli che entrano nella retta di regressione sono la proteina, la lignina e l’NDF.

Ulteriore tecnica stimare la digeribilità è rappresentata dal NIRs (spettroscopia a riflettanza nel vicino infrarosso) il quale prevede che venga preso un alimento, lo si fa attraversare da un raggio con una determinata lunghezza d’onda ottenendo uno spettro (è molto veloce, molto precisa).
L’aspetto che fa modificare la digeribilità di un fieno di medica è lo stadio vegetativo; la medica dovrebbe essere raccolta a inizio fioritura per avere un buon rapporto tra massa e qualità. In genere il fieno diminuisce di digeribilità all’aumentare della maturità (il rapporto foglie/ steli è importante quanto il colore).
Nei fieni controllare anche le ceneri in cartellino.
I fattori che influenzano la digeribilità sono legati all’animale (razza/mole, categoria/ attività fisica, età, sesso, stato fisiologico), all’alimento (quantità e qualità nutrienti, quantità e qualità di fibra e forma fisica degli alimenti) e alla modalità di somministrazione (intake, abitudini alimentari, numero pasti e ordine di somministrazione). Nei cartellini non viene indicato il valore di NDF, per legge i produttori devono scrivere nel cartellino solo la fibra grezza. Se i cavalli non hanno problemi respiratori allora si somministrano fieni lunghi.  Per una cavalla gravida la qualità deve essere elevata e appetibile in quanto ingerisce meno a causa dell’ingombro del feto.  Quando si fanno delle modificazione nell’alimentazione, è consigliabile farlo gradualmente, quindi per esempio se dobbiamo cambiare medica , lo si magari mescolando i due tipi di medica fino al 100% di sostituzione 3 giorni dopo.  Il silo mais  ha un determinato pH (3,8-4)  e può dare alcuni problemi in quanto non viene diluito con altri alimenti in un contenitore grande come il rumine dei bovini.

Tratto da GENETICA E ALLEVAMENTO DEGLI EQUINI di Denis Squizzato
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