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Il creolo

Il termine creolo, derivante dallo spagnolo criadillo (nativo del luogo) successivamente contratto in criollo, era in origine riferito ai nati nelle colonie da genitori spagnoli per poi estendersi al dominio linguistico di tutti i  linguaggi di origine europea in America, Asia ed Africa che hanno in comune l’esigenza della comunicazione tra persone di origine diversa. In tal senso si possono oggi distinguere tre principali aree linguistiche del creolo: quella francese, che comprende Caraibi, Guyana, Antille, Mauritius, Reunion e Seychelles, quella inglese, relativa a Caraibi, Guyana, Belize, Sierra Leone, Nigeria e Nuova Guinea, quella portoghese, relativa a Antille, Angola, Goa e Macao. Il creolo sostituisce le lingue preesistenti fino a divenire lingua madre tanto che non mancano esempi in cui esso raggiunge dignità di lingua scritta come nel caso del papiamento, derivante dallo spagnolo con influenze portoghesi ed olandesi, oggi lingua ufficiale di Curaçao e parlato nelle isole di Aruba e Bonaire. Il creolo è un fenomeno linguistico di rilevante importanza. Nella struttura dei loro lineamenti morfologici, nella loro minore o maggiore differenziazione dalle forme da cui derivano, le lingue creole riflettono la natura e la consistenza dei rapporti umani che hanno modellato nel tempo il quadro geografico in cui si sono venute formando. Tra esse si possono ricordare il tagalog delle Filippine, il sango della Repubblica Centroafricana ed il crio della Sierra Leone anche se il creolo più importante è certamente quello francese delle Antille (Haiti, Guyana, Guadalupa, Martinica). Il tagalog, oggi lingua ufficiale delle isole Filippine, è parlato da oltre la metà della popolazione locale (oltre trenta milioni di persone). Esso fu scelto come lingua nazionale alla fine della seconda guerra mondiale quando gli Stati Uniti d’America concessero all’arcipelago l’indipendenza. Lingue di educazione e di prestigio erano state lo spagnolo, e poi a partire dalla fine del diciannovesimo secolo l’inglese, oggi usate a scopo commerciale (inglese), o come retaggio dell’antica penetrazione missionaria (spagnolo). Il sango è lingua nazionale di un paese grande poco meno della Francia, ma abitato da appena tre milioni di persone. Esso rispecchia, in un lessico di prevalente estrazione indigena, le forme rurali cui si ispirano i generi di vita della regione, mentre trae dal francese quello relativo alle attività industriali e commerciali, all’organizzazione religiosa e scientifica che la colonizzazione ha ivi introdotto. 

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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