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Strategie di conservazione e trasmissione della documentazioe

Strategie di conservazione e trasmissione della documentazioe


Nel disegno conservativo predisposto dal primo ceto dirigente dell’Italia unita, e successivamente sostanzialmente confermato, vennero delineate le maglie di una tipologia classificatorio-organizzativa entro la quale inserire la documentazione raccolta negli istituti conservativi. I documenti di dicasteri centrali e governi cessati dovevano essere disposti separatamente secondo l’ordine storico degli affari ,ma ripartiti in 3 sezioni, cioè degli atti giudiziari,notarili, amministrativi, si legge nel regio decreto del 27 maggio 1875. una distinzione similare era già stata proposta per la documentazione dell’archivio di Palermo;.con ciò si cercava di annullare o per lo meno di ridurre la distanza tra passato e presente, di riappropriarsi del primo, dei complessi documentari da esso tramandati, inserendoli entro una tipologia che rafforzasse l’immagine di uno stato, la cui memoria documentaria, prossima e remota, riflettesse a grandi linee la sua attuale organizzazione. Il disegno conservativo delineato nel 1875 e confermato nel 1902 è stato parzialmente modificato nel 1911. il provvedimento emanato in tale anno ha confermato la precedente tipologia classificatorio organizzativa, ma aggiunto che essa deve essere applicata alle carte che sarebbero state accolte negli istituti archivistici dopo l’emanazione del provvedimento stesso e non a quelle che già si trovavano. Il regolamento del 1911 non è stato formalmente abrogato dalla legge del 1939 e neppure dal successivo d.p.r del 1963, ma quanto previsto da quel regolamento riguardo l’organizzazione-classificazione di documentazione memoria fonte è stato via via pressoché disatteso e svuotato di significato. Il metodo storico da seguire nell’ordine da dare ai complessi documentari, su cui la dottrina archivistica a partire dalla seconda del metà dell’800 si era particolarmente soffermata, è andato sempre più imponendosi sia in ambito culturale-archivistico, sia in ambito politico-istituzionale. Del resto l’organizzazione dello stato del primo e del secondo dopoguerra riflette la sua sempre più complessa e articolata struttura; il concetto della divisione dei poteri non è più considerato il tratto caratterizzante della sua fisionomia. Le funzioni svolte dallo stato sono diventate più numerose e diversificate; nello stesso tempo l’immagine che il potere politico vorrebbe dare di se, è diventata così differenziata e articolata che quella che si rintraccia nella corrispondente memoria documentaria non può più essere delineata secondo moduli ottocenteschi; resistenze locali rispetto a condizionamenti centrali appaiono evidenti soprattutto in opere miranti a descrivere il complessivo materiale archivistico appartenente agli istituti conservativi; appaiono invece sempre più sfumate in opere riguardanti in modo specifico singoli istituti.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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