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Il lavoro di inventariazione di Salvatore Bongi

Il lavoro di inventariazione di Salvatore Bongi


Salvatore Bongi e il riordinamento dell’Archivio di Stato di Lucca
Tuttavia è l’Archivio di Stato di Lucca, riordinato nel 1883da Salvatore Bongi su direttive del Bonaini, a concretizzare tale teoria nel modo più completo. Bongi si trovò a operare su un materiale non eccessivamente vasto nelle sue dimensioni quantitative, prodotto da magistrature e uffici di lunga durata e dall’attività sufficientemente lineare, per gran parte ben conservato nella sua sedimentazione originaria; Bongi non si limita alla sistemazione materiale di fondi e carte, ma compie un vero e proprio lavoro di inventariazione ispirato al metodo storico. I suoi inventari prevedono una descrizione dei vari livelli archivistici basata su principi unitari e con un grado di analiticità tarato a seconda del tipo di documentazione; interessante è, inoltre, l’uso di caratteri tipografici diversi. A completamento del lavoro, Bongi provvede alla compilazione di indici e alla stesura di una premessa che ripercorra la storia istituzionale dell’ente produttore, per permettere allo studioso di orientarsi nella consultazione dell’inventario stesso.
Quando nel 1910 fu pubblicata l’opera dal titolo “L’ordinamento delle carte degli archivi italiani, Manuale storico-archivistico”, si vide che buon numero di archivi avevano seguito, sulle orme della tradizione toscana, partizioni storico-cronologiche. L’opera è un prodotto di archivisti per archivisti (di qui il termine manuale), intendeva fornire un panorama complessivo sulla distribuzione e l’ordinamento della documentazione conservata presso gli istituti archivistici attivi in quel periodo. Il criterio di fondo cui si è fatto ricorso è da ricondurre grosso modo entro due parametri classificatorio-organizzativi. Uno basato su distinzioni cronologiche scandite in modo differenziato a seconda delle vicende storico istituzionali che avevano interessato singole realtà documentarie; l’altro basato sulla ripartizione per sezioni, indicate dalla normativa allora in vigore (in nessuno dei due parametri classificatori poteva essere collocato l’archivio di Milano).

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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