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Il capitalismo sociale della Banca Mondiale

A metà degli anni '90 il fallimento delle politiche ispirate al neoliberismo globale (sebbene questo fosse al suo apice) portò una crisi d legittimazione alla Banca Mondiale. Questa reagì con un atteggiamento più attento al ruolo dello stato (World Development Report - WDR - del 1997: The state in a changing world). Questo dissenso interno si sviluppò intorno alle figure di Sachs, ma soprattutto di Stigliz, che propose la creazione di un post Washington Consensus. Il nuovo atteggiamento aiutò Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale a gestire la crisi di delegittimazione e a presentarsi come più attente alle esigenze delle popolazioni. Nel WDR del 1997 il capitale sociale fu consacrato ad uno dei principali obiettivi di ricerca della Banca Mondiale. Un ulteriore tentativo di riforma vi fu per la stesura del WDR del 2000 (Attacking Poverty) per il quale Stigliz aveva scelto il redattore Kanbur. La sua relazione puntava molto su empowerment e security (sociale) oltre che su opportunity, ma non fu approvato e lui si dimise. A seguito di ciò anche Stigliz andò via. Nella versione definitiva del WDR il capitale sociale ' ribadito come obiettivo fondamentale, anche perchè assolve una funzione importante per la Banca Mondiale: attenua il taglio troppo economistico che ha da sempre caratterizzato le Organizzazioni Internazionali Finanziarie e fornisce una nuova variabile endogena per spiegare i fallimenti (blame the victim).
Negli ultimi anni le divergenze tra ONU e Organizzazioni Internazionali Finanziarie si sono parzialmente attenuate, e per questo ' stato possibile arrivare a risultati congiunti, come l'elaborazione dei Millennium Development Goals.

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