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Invecchiamento della civiltà e costi della guerra


Un altro tipo di mutamento interno che conduce al declino economico e politico è dovuto al fatto che il costo delle tecniche militari più sofisticate tende a salire secondo la legge dell’aumento dei costi di guerra. Adam Smith ha osservato che con l’invecchiamento di una civiltà le spese di guerra tendono a salire con un ritmo sempre più rapido. Con l’aumentare delle spese militari e la diffusione delle tecnologie militari ai concorrenti in ascesa, i costi che lo stato dominante deve sostenere per mantenere il sistema crescono con il passare del tempo. L’aumento delle spese per la sicurezza rappresenta un carico sempre più pesante per le risorse della potenza dominante. I contrasti sulle priorità finanziarie dei consumi, degli investimenti e della protezione diventano sempre più violenti provocando una grave crisi fiscale.
L’opulenza ha effetti negativi sul temperamento militare. Un elite più pacifica e dedita al commercio prende il posto del guerriero conquistatore. Sono necessari maggiori incentivi monetari per indurre uomini e donne in giovane età a rinunciare ai piaceri della vita borghese per quella irreggimentata dalle caserme. In una società opulenta i costi del potere militare tendono a salire con un ritmo sproporzionato mentre diminuisce il livello qualitativo delle forze armate.
Allo stato guerrafondaio sembra che oggi i costi militari tendano a crescere meno che in passato rispetto al reddito nazionale. contemporaneamente all’aumento della capacità distruttiva della guerra si è avuto un calo dei costi relativi del potere militare. La protezione richiede una fetta più sottile del reddito nazionale. ciò è dovuto alla migliore efficienza delle armi moderne e alla sicurezza di cui la maggior parte degli stati ha goduto prima grazie alla pax britannica e di cui gode ora grazie alla pax americana.
Un terzo tipo di mutamento interno che mina il potere e la ricchezza di uno stato è la tendenza generale dei consumi privati e pubblici a crescere più rapidamente del prodotto nazionale lordo con l’aumentare dell’opulenza della società. La domanda di beni e servizi aumenta e si diffonde in tutta la gerarchia sociale. Una regola generale dell’evoluzione sociale è che le masse comincino a chiedere di condividere le comodità di cui godono le elite. I consumi privati aumentano, così come aumentano gli stanziamenti per il welfare pubblico. L’evidente universalità di questa tendenza del settore pubblico ad espandersi più rapidamente della economia nel suo complesso è nota come legge di Wagner dell’espansione della spesa pubblica. La tendenza dlela spesa pubblica per il settore militare e ancor più per il welfare a crescere e ad indebolire l’economia produttiva.
Un quarto tipo di cambiamento è un cambiamento strutturale nel carattere dell’economia. L’evoluzione di un’economia tede a seguire un corso prevedibile. Nella prima fase la maggior parte della forza lavoro è impegnata in agricoltura; in un’economia più sviluppata essa è impegnata nel settore industriale e in un’economia matura nel cosiddetto settore dei servizi.
Un quinto tipo di mutamento interno è l’influenza corruttrice dell’opulenza. La prosperità che nasce dalla conquista politica e dalla crescita economica conduce alla perdita di virtù morali e infine al declino. Il declino economico e politico sono caratterizzati da mutamenti psicologici. Valori sociali, atteggiamenti e comportamenti cambiano in modo tale da ridurre l’efficienza dell’economia e la dedizione di individui e gruppi al bene comune. L’aspetto peggiore di questa corruzione (decomposizione) è il fatto che gli appartenenti ai popoli che detengono la posizione di dominio incominciano a credere che il mondo che essi hanno creato rappresenti un rodine giusto, naturale e voluto da Dio. Per costoro, l’idea che il mondo che essi governano e in cui occupano una posizione privilegiata potrebbe essere diverso è inconcepibile. La bontà e i benefici dello status quo sono per loro così ovvii da indurli a pensare che tutte le persone ragionevoli debbano riconoscerne il valore e la necessità di preservarlo. Una tale convinzione impedisce loro di prendere atto delle giuste richieste di concorrenti in ascesa o di fare i sacrifici necessari per difendere il loro mondo minacciato.
Questi mutamenti interni si manifestano sotto forma di conflitto politico sempre più grave a proposito della distribuzione del reddito nazionale tra protezione, consumi e investimenti. Quando una potenza dominante invecchia, il conflitto tra queste 3 esigenze trasforma una politica di crescita benigna in una virulenta politica di distribuzione.
Benché l’aumento della ricchezza e il progresso della società provochino inevitabilmente delle crepe nel tessuto sociale, queste possono essere arginate finchè il reddito della società continua a crescere. Una crescita generale della ricchezza serve a smorzare il conflitto sulla ripartizione delle risorse. Man mano che il flusso delle imposte o della crescita economica rallenta il conflitto sulle quote relative di surplus economico si inasprisce nonostante le dannose conseguenza per il benessere generale della società. Di conseguenza i periodi di declino tendono a essere caratterizzati da un inasprimento dei conflitti interni di natura sociale e politica che a loro volta indeboliscono la società. Questa lotta a 3 per la priorità crea un profondo dilemma per la società. Se si eliminano i consumi si possono scatenare gravi tensioni sociali e lotte di classe. Se la società trascura le spese per la difesa, la debolezza esterna condurrà alla sua sconfitta ad opera di potenze in ascesa. Se la società non risparmia e non investe una quota sufficiente del suo surplus nell’industria e agricoltura, la sua base economica e la sua capacità di sostenere i consumi o la protezione diminuirà.
La capacità da parte di uno stato di superare una tale grave crisi fiscale influenza la sua vitalità a lungo termine. Il tasso di consumi manifesta la tendenza a crescere a spese della protezione o degli investimenti in quanto è difficile gestire politicamente la soppressione dei consumi e costringere una società a ridurre le proprie aspettative economiche.

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