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Riserve sulle teorie di Waltz riguardo la stabilità del sistema bipolare


Come ha messo in evidenzia Durkheim è impossibile prevedere i cambiamenti sulla base della strutture sociale ma certi tipi di strutture e di variabili strutturali possono fare aumentare le probabilità che i cambiamenti si verifichino. Questo problema ci fa avanzare 3 riserve sulle argomentazioni di Waltz riguardo alla stabilità del sistema bipolare:
Waltz afferma che entrambe le grandi potenze sono incentivate a vigilare e mantenere l’equilibrio duopolistico. Ciò può anche non verificarsi. Anzi, spesso una delle potenze non riesce a svolgere il suo ruolo necessario all’equilibrio duopolistico. Una tale situazione si ebbe ad esempio quando Sparta non riuscì ad arrestare la crescita del potere ateniese.
La seconda si riferisce al significato della stabilità. Waltz ha ragione quando afferma che i sistemi multipolari, formati da stati che hanno quasi la stessa forza sono instabili poiché tendenzialmente inclini alla violenza. Esiste però un altro significato del termine stabilità-instabilità e cioè la propensione di cause relativamente secondarie a produrre effetti sproporzionatamente ampi. Come un uovo in equilibrio su una delle estremità: una leggera brezza lo farebbe rovesciare. Se il delicato equilibrio esistente tra le grandi potenze viene turbato per circostanze di importanza secondaria le conseguenze potrebbero essere più gravi che in un sistema multipolari. Uno dei fattori di disturbo potrebbe essere l’ingresso nel sistema di una nuova potenza. Nel caso del sistema multipolare è semplice operare il necessario equilibrio. Ne è una dimostrazione la capacità dell’equilibrio di potenza europeo di assorbire il succedersi di nuove potenze nel corso dei secoli. In un sistema bipolare, anche se il nuovo stato non ha la stessa forza delle due grandi potenze, la sua forza aggiunta a quella dell’una o dell’altra potrebbe compromettere l’equilibrio e scatenare un conflitto di grandi dimensioni. Benché i sistemi multipolari possono diventare triplari, sono molto più spesso i sistemi bipolari a diventare tripolari e i sistemi tripolari sono i più instabili.
La terza si riferisce alle conclusioni che egli trae dalla teoria dell’oligopolio. Waltz dice che il passare del tempo rende più facile la coesistenza pacifica tra i maggiori concorrenti. Si verificano col tempo un processo di apprendimento e di evoluzione delle regole del gioco che facilitano il controllo e la gestione della competizione duo polistica.
La teoria dei cartelli è applicabile a questo tipo di comportamento oligopolistico collusivo. In ogni struttura oligopolistica esiste la tendenza alla formazione di cartelli, poiché le aziende (stati), dato il loro numero ristretto, riconoscono l’interdipendenza reciproca. I vantaggi derivanti dalla collusione comprendono maggiori profitti, minor incertezza e il divieto di ingresso per potenziali concorrenti. La storia e la teoria dei cartelli ci insegnano tuttavia che i cartelli e gli accordi collusivi tendono a rompersi. Esiste infatti un forte incentivo a non rispettare le regole quando la ditta ha l’opportunità di aumentare i propri profitti. Contrariamente a quanto sostiene Waltz e cioè che le guerre sono causate dall’incertezza e dagli errori di calcolo, la nostra opinione è che è proprio la percezione di un guadagno certo a spingere più spesso le nazioni ad entrare in guerra. Inoltre le aziende oligopoliste hanno al tendenza a rinnovarsi per acquisire vantaggi sui propri concorrenti. La bilancia del potere economico si sposterà a favore dello stato più innovativo minando così la stabilità dello status quo. Si può giungere quindi alla conclusione che DIPENDE. Sia le strutture bipolari che quelle multipolari hanno elementi di stabilità, e gli sforzi di uno o più stati per migliorare le loro relative posizioni possono innescare una sequenza incontrollabile di eventi che può scatenare un conflitto internazionale o una guerra. Se la guerra è di proporzioni sufficienti causerà una trasformazione del sistema.

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