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Il Fabbro armonioso


  
Tra le suites pubblicate da Haendel nella sua prima raccolta di pezzi clavicembalistici, prenderemo in esame la Suite in mi maggiore n. 5 HWV 430, più famosa con il titolo de Il Fabbro Armonioso. Detto titolo, non attribuibile allo stesso autore, fu comunemente assegnatovi durante il XIX secolo dai posteri, i quali videro, in particolare nell' Aria con Variazioni con cui termina la suite, i frutti di un'ispirazione aneddotica per la quale Haendel, a passeggio per le vie di Cannons, avrebbe trovato riparo dalla pioggia nel laboratorio di un fabbro, e sarebbe rimasto colpito dal regolare ripetersi del suono prodotto dal martello sull'incudine. Secondo una variante della storia invece Haendel avrebbe preso in prestito (cosa, tra l'altro, del tutto naturale e frequente nella prassi compositiva del nostro autore) la melodia cantata da un fabbro durante il suo lavoro, per farne il tema dell' Aria con Variazioni. Si tratta in ambedue i casi, però, di una leggenda, sorta quasi un secolo dopo la morte del compositore, ad opera di Henry Wylde e di Richard Clark, autore dei Ricordi di Haendel, del 1836, nei quali collega la figura del fabbro armonioso al nome di un certo William Powell. Ancora oggi esiste una lapide, eretta nel 1868 a Whitchurch, nella quale si legge: “In memoria di William Powell, il Fabbro Armonioso, che fu sepolto il 27 febbraio 1780, all'età di 78 anni. Egli fu un laico impiegato nella parrocchia della quale l'immortale Haendel fu organista”.
 
 Un'altra storia lega invece la suite al nome di William Lintern. Costui, cresciuto in una fucina come fabbro apprendista, si sarebbe successivamente dedicato alla musica e, col soprannome appunto de Il Fabbro Armonioso, sarebbe stato più volte invitato ad eseguire in pubblico l'Aria con Variazioni in questione.

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