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Gli effetti del valore aggiunto tra le diverse regioni


i meccanismi  di diffusione degli effetti sono tali da riequilibrare parzialmente gli effetti di una distribuzione della spesa territorialmente differenziata: escludendo il Trentino, la cui economia è fortemente orientata verso l’attività turistica, Toscana, Lazio, Veneto e Emilia – Romagna sono le regioni che traggono maggiore vantaggi assoluti in termini di attivazione. In ogni caso, gli effetti di attivazione generati da una qualsiasi spesa si propagano su tutto il territorio nazionale, dato il forte  carattere di economia aperta, con la conseguenza che solo una parte della attivazione della spesa resta all’interno dell’area in cui viene sostenuta: ogni area, quindi, distribuisce sulle altre aree una parte degli effetti della spesa in essa effettuata e trae vantaggio da quella sostenuta fuori di essa. La dimensione dei due effetti, effetti ricevuti ed effetti trasmessi, dipende dall’ammontare della spesa  e dalla forza dell’apparati produttivo regionale: aree con bassi consumi turistici, ma con un sistema produttivi evoluto, diffonderanno poche effetti, mentre trarranno grossi benefici dalla spesa erogata altrove (vale per il Piemonte, la Lombardia ed Emilia Romagna). Al Centro, solo Umbria e Marche registrano un saldo positivo anche se moderato; nel Mezzogiorno tutte le regioni traggono beneficio dalla diffusione degli effetti economici. Le regioni del Centro-nord, con la sola eccezione dell’Emilia Romagna, sono le regioni più deficitarie dal punto di vista dell’interscambio degli effetti di diffusione. Il primo posto tra le regioni che traggono maggiori vantaggi è invece la Lombardia, ma anche alcune regioni del Sud risentono positivamente della distribuzione interregionale degli effetti di trasmissione, che possono essere divise in 3 tipologie: 1)regioni molto turistiche ed economicamente forti; 2) regioni moderatamente turistiche ed economicamente deboli (Veneto ed Emilia Romagna, che registra un saldo positivo nell’interscambio); 3) regioni poco turistiche ed economicamente forti (vi rientrano strutturalmente solo Piemonte e Lombardia). Nei primi due casi l’esito dipenderà dalla forza contrapposta dei due fattori. In riferimento agli effetti ricevuti, la Lombardia si conferma la ragione il cui sistema economico tra il maggiore beneficio economico dal turismo che si svolge altrove, usufruendo soprattutto dell’attivazione che le arriva dalle aree turistiche vicine del nord ovest e nord est, con una buona capacità di vendere nel Mezzogiorno. Buoni risultati anche per Lazio, Veneto (il loro peso percentuale è inferiore al 20%) e Emilia Romagna (l’incidenza sale a quasi il 25%). Per le regioni del Mezzogiorno, emerge un forte interscambio all’interno della macroarea e un’interessante capacità di vendere in altre aree del Paese, attribuibile alla specializzazione agroalimentare di alcune zone, con valori alti il Sicilia, Puglia e Campania. Per quanto riguarda gli effetti di dispersione, il Veneto si caratterizza per la più elevata differenza assoluta e percentuale tra i due effetti; nelle regioni del Sud anche gli effetti di dispersione registrano quote più alte, per la minore concentrazione di domanda turistica in quelle aree e nel conseguente minore livello di reddito generato. L’entità degli effetti ricevuti e degli effetti di dispersione subisce sensibili variazioni a seconda che si consideri l’attivazione prodotta dalla componente straniera o da quella italiana. La componente straniera dà luogo ad effetti ricevuti più contenuti nel Centro Nord e più sostenuti nel Sud, per la predilezione degli stranieri di prodotti tipici della regione scelta come meta di vacanza e di alcuni tipici prodotti italiani presenti in prevalenza nel Mezzogiorno. Più livellato il quadro degli effetti di dispersione. L’effetto di diffusione, nel Nord Est, è del 43,7% del consumo turistico internazionale, ma solo il 28,8% del valore aggiunto prodotto; la Lombardia pesa per il 5,9% in termini di spesa, ma quasi il 15% dal lato del valore aggiunto; al Sud soprattutto Puglia, Calabria e Sicilia segnano i migliori risultati sotto il profilo dell’attivazione economica interregionale legata al turismo straniero.

Tratto da I CONCETTI CHIAVE DELL'ECONOMIA DEL TURISMO di Elisabetta Pintus
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