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Feldenkrais e la postura dell’insegnante


L’ovvio che sfugge
Moshè Feldenkrais ha creato, a metà del Novecento, un metodo, oggi diffuso e conosciuto in tutto il mondo, per ricercare la consapevolezza attraverso il corpo e il movimento. Il metodo consiste essenzialmente nel ripercorrere, guidati dalla voce del conduttore, alcune tappe fondamentali dello sviluppo psicomotorio del bambino, grazie a semplici e piacevoli movimenti eseguiti al suolo, e all’esplorazione attenta di alcuni schemi d’azione quotidiana. L’assunto del metodo è che attraverso una rivisitazione di questi schemi è possibile “ripulire” i nostri gesti dalle tensioni parassite, prodottesi nel corso degli anni, che li appesantiscono, ritrovando gradualmente una migliore congruenza tra le nostre intenzioni, le nostre azioni e l’ambiente in cui avvengono. Per Feldenkrais rivedere un’azione significa non solo occuparsi delle sequenze motorie ma anche delle condizioni percettive, intellettive ed emotive contemporaneamente presenti.
Il Metodo Feldenkrais consente di arricchire l’immagine di sé attraverso una migliore relazione dinamica tra individuo e ambiente; prendere coscienza dell’ovvio che sfugge”, cioè delle proprie abitudini, a cominciare da quelle motorie, significa entrare in un percorso di crescita personale in cui il movimento è un mezzo, non un fine; finalità è la crescita, la maturità della persona. Un insegnante che impara a “sentirsi” mentre agisce, che diventa consapevole del proprio modo di usare lo sguardo, la voce, la postura, sarà sicuramente più efficace e comunicherà meglio.
Il retaggio delle abitudini
Tradizionalmente il Metodo Feldenkrais viene insegnato in due forme: tramite lezioni di gruppo, che vengono chiamate di Consapevolezza attraverso il movimento, e in lezioni individuali dette di Integrazione funzionale, nelle quali l’insegnante guida l’allievo a scoprire nuove possibilità affidandosi al “tocco” delle mani. Durante un’Integrazione funzionale, l’insegnante attraverso le mani sostiene “il lavoro dei muscoli”, o meglio parte del tono muscolare che dalla stazione eretta continua ad agire anche quando siamo distesi; lo scopo è lo stesso delle lezioni di gruppo: fare in modo che nuove libertà di azione siano possibili dopo aver reso inutile, sostenendolo, il vecchio schema.

Tratto da I LABORATORI DEL CORPO di Anna Bosetti
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