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Definizione di notizia

Tony Silvia ha proposto la seguente definizione di notizia: “è notizia solo ciò che interessa alla gente e alla gente interessano prevalentemente 3 cose: l’incendio che è scoppiato nella casa del vicino, il miglior film da vedere durante il week end a venire e la birra migliore che si possa comprare in città”. 
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Chi lavora in una news organization, quando sceglie tra i fatti che cosa deve diventare notizia, in genere tenta di concentrarsi su quegli elementi che a suo avviso di più incontrano l’interesse del suo pubblico ⇒ in genere sceglie fatti che: 
1 − abbiano un significato per l’audience = siano eventi che il pubblico possa interpretare, su cui possa ragionare, che lo sorprendano, ma che comunque possano richiamargli qualcosa, che lo possano in qualche modo fare immedesimare (l’incendio nella casa del vicino) 
2 − facciano riferimento più o meno ad un bagaglio culturale condiviso, o che comunque permettano un’interpretazione che assecondi questo condiviso culturale comune all’audience (il film da vedere) 
3 − riguardino il potere d’acquisto, lo stipendio, il modo in cui si possono spendere i soldi e la capacità di gestire il benessere e i bisogni dell’audience (la migliore birra) 

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Al centro di questa definizione c’è il pubblico, uno degli elementi che più viziano la produzione giornalistica, da momento che, essendo molto variabile, è altrettanto difficile da calcolare. 
Altre definizioni di notizia possono essere: 
1 − “una notizia è ciò che noi decidiamo che lo sia, la gente non sa cosa sia notizia finché noi non gli diciamo cosa lo è”: il giornalismo è un inevitabile processo di selezione e interpretazione della complessità della realtà. 
2 − “le notizie vanno cercate dove si è sicuri di trovarle”: dal momento che il giornale deve uscire ogni giorno, ci si affida alle fonti strutturali, ritenute più sicure, dal momento che queste fonti si autocertificano ⇒ il giornalista non si assume la responsabilità della veridicità di quanto affermato da tali fonti. 

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I fatti non parlano mai da soli, ma 
1 − i fatti vengono sempre filtrati ed interpretati dai giornalisti, il cui scopo è quello di prendere la complessità del reale, che è spesso priva di un senso immediato e densa di avvenimenti, e compiere un processo di selezione 
2 − la selezione dei fatti avviene tenendo conto che una news organization è come una fabbrica, che deve ogni giorno produrre lo stesso prodotto, utilizzando, però, ogni giorno materie prime diverse ⇒ si tratta di creare una routine produttiva basata sull’imprevisto 
3 − esiste una certa frammentarietà della narrazione giornalistica: se l’unica cosa certa di questo processo sono i contenitori, allora è evidente che il racconto non può che adeguarsi a questi formati. 

Il lavoro giornalistico nelle redazioni si divide dunque in più fasi: 
1 1. organizzazione della raccolta delle informazioni = si decidono i temi, i luoghi, gli eventi cui prestare attenzione e le modalità con cui farlo 
2 2. fase di raccolta vera e propria, attraverso un lavoro che può essere svolto in redazione (cosiddetto lavoro al desk), oppure attraverso i contatti formali o informali. NB: già in questa fase si attua un’ulteriore selezione, separando ciò che interessa di un evento da quanto non interessa 
3 3. organizzazione delle informazioni raccolte e selezione di quelle da pubblicare = si decide il rilievo da fornire a ciascuna (= gerarchizzazione) e le modalità di presentazione. 

Ovviamente, a seconda del medium, la scelta è più o meno selettiva; in ogni caso, una testata pubblica al massimo il 10-20% delle notizie che raccoglie, una percentuale che si abbassa sempre più, perché sta continuamente crescendo, grazie alla velocizzazione dei processi consentita dalle nuove tecnologie, il numero di informazioni che arrivano in redazione. 
La definizione di ciò che è rilevante è legata innanzitutto all’esperienza maturata dal personale di redazione; i differenti ruoli svolti incidono sulle posizioni assunte in merito al rilievo da dare alla notizia, al bilanciamento dei vari articoli e alla miscela dei criteri di notiziabilità da rispettare. 
La velocità con cui, grazie alle nuove tecnologie, si acquisiscono le informazioni permette una crescita quantitativa di queste ultime, ma anche, e soprattutto, l’accesso a circuiti non tradizionali di fonti ⇒ il flusso informativo cresce in misura esponenziale, con conseguenze significative su tutto il processo produttivo (raccolta, selezione, gerarchizzazione e presentazione). 
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Il giornalista riceve, praticamente in tempo reale, un numero infinito di informazioni sull’evento di cui si occupa; inoltre, grazie all’accesso alle banche-dati e alla rete, ottiene informazioni assolutamente diversificate e punti di vista alternativi ⇒ il processo di acquisizione delle informazioni cresce quantitativamente e si diversifica qualitativamente, per cui il redattore è costretto ad un lavoro di verifica più capillare. 
Contemporaneamente, il lavoro redazionale si complica anche per gli aspetti tecnici di impaginazione e manipolazione dei testi, nonché per la riduzione di questi nel formato richiesto dallo specifico medium. Proprio per questo motivo, i giornalisti si lamentano di essere troppo a lungo impegnati in queste attività e di non avere abbastanza tempo a disposizione per il controllo di un numero di fonti crescente, con la conseguenza di: 
1 − favorire il ritorno alle fonti ufficiali: il materiale da loro prodotto risponde ai formati giornalistici e questo consente al redattore di rielaborare poco l’informazione ricevuta 
2 − modificare i processi interpretativi, grazie ai quali si selezionano le informazioni (è infatti più difficile una presa di distanza da fonti con cui si è in continuo contatto. 

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Le trasformazioni nei processi di raccolta provocate dalle nuove tecnologie ridefiniscono le forme della selezione delle informazioni. Ma anche la fase di presentazione delle notizie risulta modificata: 
1 − cambiano le modalità di scrittura = si facilita una scrittura più diretta e colloquiale 
2 − si tende a privilegiare gli aspetti tecnici e produttivi rispetto a quelli contenutistici. 

La miriade di informazioni ottenute attraverso questi nuovi canali è usata per avere nuovi spunti tematici e narrativi; quando però si decide di scrivere, si preferisce optare per fonti più classiche, come i lanci on-line delle agenzie informative. 
Probabilmente, in futuro, il giornalista on-line si trasformerà da navigatore solitario, con il compito di scovare nuove storie e nuovi punti di vista, in certificatore delle notizie che si trovano in rete, di cui deve attestare la veridicità, anche attraverso il rimando a fonti più ufficiali. 
L’enorme crescita degli investimenti pubblicitari negli ultimi 20 anni ha prodotto una centralità delle dinamiche economiche anche nel campo giornalistico, facendo acquisire maggiore rilevanza al settore marketing. 
Il carattere negoziale attraverso cui si definisce che cosa “fa notizia” coinvolge: 
1 − le fonti d’informazione = gli attori sociali che perseguono visibilità per le proprie azioni o solo detengono le informazioni utili per i giornalisti 
2 − il pubblico, che ha bisogno di conoscenze per potersi muovere ed agire nei vari contesti sociali della modernità 
3 − i mediatori di informazioni = le aziende giornalistiche e le varie figure professionali in esse impiegate, che svolgono un lavoro d’intermediazione tra le fonti e il pubblico, tra i fatti, i loro protagonisti e i riceventi.

Tratto da I MEDIA E LA POLITICA INTERNAZIONALE di Elisa Bertacin
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