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La situazione giornalistica


Definizione della situazione = riuscire a selezionare quei contenuti specifici attraverso cui costruire poi la negoziazione comunicativa. È indubitabile che chi definisce la situazione comunicativa acquisisce un vantaggio. 
Il potere di negoziazione delle fonti prescinde, talvolta, dalla loro azione diretta. Senza dubbio, occorre che una fonte sappia costruire efficaci percorsi informativi, che le consentano di avere un accesso agevole ai media, piuttosto che subirne passivamente l’eventuale copertura. Ma ciò non basta, se non si ha una visione strategica dei processi comunicativi. 
Qualsiasi evento assume significato soltanto se inserito in una struttura che sia connotante per il pubblico, cioè in grado di connettersi con un orizzonte sociale cognitivo condiviso dalla comunità. Piuttosto che come frammenti singoli e divisi, gli eventi vanno considerati come flussi, da contestualizzare all’interno di sistemi simbolici e valoriali precisi, entro cui si muovono e interagiscono fonti e sistema dei media. 
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La fonte deve innanzitutto sviluppare e comunicare una sua identità, e poi stabilire una strategia comunicativa appropriata, che consenta di collocare gli eventi che la riguardano all’interno di un sistema simbolico coerente con l’identità data. 
Nella teoria sulle fonti si distingue tra: 
1 − fonti dirette = quelle che il giornalista deve cercare, scoprire, rintracciare. La fonte fornisce solo informazioni, materiale grezzo, su cui sono i giornalisti ad imprimere, con le proprie valutazioni, il suggello della notizia (⇒ newsmaking) 
2 − fonti indirette = quelle che si auto-propongono e si auto-organizzano per diffondere le notizie. La fonte produce materiali elaborati in varia forma, dal comunicato stampa all’articolo completo, che arrivano anche allo status di notizia (⇒ newsgathering). ESEMPI: agenzie di informazione, uffici stampa, portavoce dei politici. 

Per descrivere il modo in cui un evento è ricostruito dai newsmedia, seguiamo l’approccio dell’agenda setting, grazie al quale è possibile suddividere tale processo in 4 punti: 
1 1. focalizzazione = l’emergere del tema 
2 2. inquadramento o framing = la costruzione del quadro interpretativo in cui collocare quell’evento 
3 3. contestualizzazione = la collocazione dell’evento e del tema nel sistema simbolico di riferimento 
4 4. personalizzazione = risponde all’esigenza, propria della cultura mediale, di individuare personaggi che incarnino punti di vista intorno a specifici temi ed eventi, e che rendano perciò più semplice la narrazione. 

I media sono diventati il luogo principale attraverso cui acquisire e scambiare informazioni. Nella costruzione della propria immagine pubblica, ogni fonte deve individuare modalità comunicative che siano facilmente traducibili nelle logiche dei media, in pratiche routinizzabili che permettano l’applicazione dei criteri di notiziabilità. La rete di fonti che gli apparati di informazione stabilizzano come strumento essenziale per il loro funzionamento riflette, da un lato, la struttura sociale e di potere esistente, e, dall’altro, si organizza sulla base delle esigenze poste dalle strutture produttive.
Dal punto di vista dell’opportunità e della convenienza del giornalista ad avvalersi di una certa fonte, il rapporto è centrato su alcuni valori tra loro correlati e finalizzati soprattutto all’efficienza. 
Gans elenca una serie di considerazioni che il giornalista applica nel giudicare una fonte diretta: 
1 − “opportunità che si è palesata in precedenza”: le fonti che in precedenza hanno fornito materiali attendibili, hanno buone probabilità di essere scelte ancora 
2 − autorevolezza: i giornalisti preferiscono trattare con fonti che ricoprano posizioni ufficiali d’autorità e responsabilità; molto spesso il grado d’importanza di una notizia è dato dall’autorevolezza della fonte da cui proviene 
3 − produttività: le fonti sono giudicate in base alla capacità di fornire informazioni sufficienti in tempi rapidi 
4 − attendibilità: se una fonte mostra nel tempo di essere attendibile, sarà preferita perché richiede minori problemi di verifica; inoltre, se la fonte presenta un alto grado di legittimazione sociale, essa fornisce al giornalista una garanzia di autodifesa del proprio operato 
5 − credibilità: oltre a fornire notizie attendibili, la fonte deve presentarle anche in modo credibile, senza che vengano esaltati una parte della storia o alcuni suoi protagonisti 
6 − affidabilità: se l’attendibilità della fonte non può essere velocemente attestata, il giornalista cerca di basarsi sull’affidabilità, sull’onestà della fonte. 
Ovviamente, queste caratteristiche sono presenti in maniera disomogenea fra le varie fonti con cui un giornalista deve trattare. 

Tratto da I MEDIA E LA POLITICA INTERNAZIONALE di Elisa Bertacin
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