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Validità del costrutto in test che valutano il deterioramento


All’interno di uni studio condotto in Italia dal “Gruppo italiano per lo studio della Neuropsicologia dell’invecchiamento”, sono stati somministrati a un campione di soggetti normali di età compresa tra i 40 e i 99 anni, una serie di test volti a misurare l’orientamento temporale, la memoria, il controllo dell’information processing, le abilità strumentali.
Tra i vari test che furono somministrati, assume particolare rilevanza il PM38, forma originaria del test Progressive Matrices.
Tale test fu ideato da Raven per valutare la capacità delle persone di comprendere i rapporti fra parti di un insieme, attraverso un approccio non verbale.
Il test presenta al soggetto una figura alla quale è stata tolta una parte e chiede al soggetto di trovare la parte mancante fra una serie di alternative.
Il test ha avuto diverse rivisitazioni; la forma originaria, risalente al 1938, è il PM38, che con alcune modifiche  divenne la Standard PM. Successivamente vennero aggiunte le PM47 colorate, per bambini al di sotto degli 8 anni, e le Advanced Progressive Matrices o PM47- Serie I e II.
Le medie riportate dallo studio italiano diminuiscono con il progredire dell’età , dunque ciò dimostra che la capacità misurata diminuisce via via che aumenta il dano funzionale indotto dall’età.
E’ stato inoltre notato che mentre l’influsso del sesso non è significativo, quello dell’età e della scolarità è statisticamente significativo; per questo gli operatori hanno proposto una serie di accorgimenti ed equazioni aritmetiche che permettono di correggere in punteggi in funzione dell’età e della scolarità

Tratto da I TEST IN PSICOLOGIA di Antonino Cascione
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