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La prevenzione nell’abuso di sostanze


Fin dall’antichità l’uomo ha utilizzato le droghe (come medicina per scacciare il dolore fisico-psichico, per raggiungere uno stato d’euforia, oblio, estasi, come via di fuga da una situazione spiacevole). Alcune sostanza in virtù dei loro effetti (per es. benzedrina, morfina, caffeina) sono diventate farmaci o considerate sacre in certe culture e inserite nei rituali religiosi.
Necessità di distinguere:
-    consumo: è un’abitudine, consumo ripetuto di una sostanza caratterizzata da desiderio (non obbligo) di assumerla per il senso di benessere che produce, non c’è tendenza ad aumentare le dosi, è limitato alla dipendenza psichica e assenza di dipendenza fisica; effetti nocivi limitati all’individuo
-    abuso: porta alla tossicodipendenza, cioè stato di intossicazione periodico o cronico prodotto dal consumo ripetuto di una droga caratterizzato da desiderio invincibile (obbligo) di continuare ad assumerla, tendenza ad aumentare le dosi (tolleranza), dipendenza psichico-fisica (assuefazione), effetti nocivi su individuo e società, condizione di astinenza (un insieme di sintomi determinati da sospensione della sostanza)

diversi tentavi compiuti per individuare le cause (interconnessione di componenti di ordine psicologico-individuale, relazionale, socioambientale), non è possibile definire una tipologia del tossicodipendente, una struttura uniforme di personalità precedente all’abuso e che predispone alla dipendenza. Si osserva però una prevalenza della tonalità depressiva, sintomi fobico-ansiosi, maladattamento personale e antisociale.

Tratto da IGIENE MENTALE. PSICHIATRIA E PREVENZIONE. di Antonella Bastone
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