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Elementi aristotelici nel neoplatonismo



Primo fra tutti è quello di nous, l’intelletto. Esso è ciò che permette la conoscenza dell’intelligibile. È vero anche però che l’intellezione è assimilata da Aristotele alla sensazione: entrambe sono forme di conoscenza, ma quella intellettiva è staccata dal corpo e quindi in grado di elevarsi a conoscere gli intelligibili (nel caso del neoplatonismo l’Intelletto e successivamente per altra via l’Uno). Altro elemento è la nozione di dialettica. È vero che la dialettica è uno strumento che i neoplatonici attingono da Platone, ma tutte le volte che essi non si pongono il problema dei Primi Principi utilizzano la dialettica aristotelica per impostare un ragionamento partendo da premesse non dimostrate; in altre parole la dialettica viene dai neoplatonici utilizzata tutte le volte che considerano gli enti reali. Altro elemento è la nozione di potenza/atto. Il concetto di atto però in Aristotele può indicare l’attuarsi di una potenzialità oppure il concludersi del processo medesimo di attuazione quindi la cosa in quanto già attuatasi che esclude ogni potenzialità (ciò che viene chiamato entelechia). Anche potenza può significare o la capacità di esercitare un’azione di mutamento in una cosa diversa (significato attivo), oppure le capacità di subire quella stessa azione di mutamento (significato passivo). La dottrina della processione propria del neoplatonismo allora non sembra essere altro che l’applicazione delle nozioni di potenza ed atto alla dottrina aristotelica della causalità, opportunamente trasformata.

Tratto da IL NEOPLATONISMO di Carlo Cilia
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