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L’accelerazione nella società industrializzata


La visione del "il tempo è denaro" ha dato il via a una forte accelerazione della percezione temporale delle società industrializzate; tempo e spazio si fanno più ridotti, ma mantengono le loro proporzioni. L’attuale tecnologia delle telecomunicazioni ha imposto un’ulteriore accelerazione generale dei movimenti fisici e culturali; il tempo, una volta monetizzato e ridotto a merce, è diventato un bene raro nella società urbana e industriale, anche se spesso questa condizione di scarsità è generata dal guadagnare tempo, che però viene saturato con altre attività ludiche o produttive che divorano il tempo. L’accelerazione è spesso più percepita che reale, la lentezza diviene un difetto da superare nell’epoca delle relazioni just in time. Le comunicazioni moderne fanno sì che i fatti diventino eventi planetari, perché coperti e esaltati dai media, arricchiti dalla surmodernità, accelerazione della storia in cui la rapidità ha annullato le distanze, il tempo prevale sullo spazio: frequentati maggiormente, i luoghi perdono di spessore e finiscono per diventare sempre di più superfici, i non luoghi, posti come supermarket, centri commerciali, contrapposti agli spazi antropologici, che intrecciano a loro sostanza con quella del territorio e delle persone che li abitano, dando vita a relazioni di tipo simbolico tra individui e ambiente. Questi spazi hanno in comune il fatto di non essere integrati con il territorio che li circonda e non intrattengono nessuna relazione di carattere identitario o storico con l’esterno, racchiudendo al loro interno diversità, ma in modo decontestualizzato, vissuti al presente e caratterizzati da una fruizione accelerata e veloce. I treni ad alta velocità hanno soppiantato la locomotiva, mantenendo il carattere di simbolo della velocità come valore assoluto.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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