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La società e la sua rappresentazione


L’immaginazione è una delle caratteristiche salienti dell’uomo, ma non è sufficiente a mantenere in vita l’idea di una comunità: c’è il bisogno di tradurre in eventi sensorialmente percettibili certe idee per poterle pensare come reali, c’è l’esigenza di rappresentarsi e di mettersi in scena. Ogni società prevede momenti di rappresentazione collettive (come le cerimonie per invocare la pioggia o quelle religiose), e partecipare a quella riunione è un modo per dichiarare la propria appartenenza, per contarsi e per far sapere chi fa parte della comunità e chi no.
I rituali devono avere certe caratteristiche, essere codificati, presentare una certa ripetitività che ne affermi la permanenza e la costanza nel tempo, e non sono solo un’esclusiva dei popoli tribali (bandiere, inni, parate militari..). La politica, lo sviluppo, l’economia e ogni altra ideologia moderna hanno bisogno di rituali e dei loro sacerdoti per essere percepiti come reali, rituali di rappresentanza o di ribellione, dove è importante rendere visibile il numero di chi sta da una determinata parte. Le comunità sono in gran parte immaginate, come pure la nazione, e entrambe hanno bisogno di essere reificate per essere percepite nella loro esistenza reale.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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