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Teorizzare la difesa contro il crimine


In una visione relativistica va esaminato e vissuto anche il perenne tormentoso problema della difesa contro il crimine: il delitto è ineliminabile? oppure può essere eliminato? o è soltanto contenibile? e con quali mezzi?
Per le ricorrenti concezioni pessimistiche, che, vedendo nelle cose un deterioramento che porta al disordine e al caos, considerano anche l’uomo irreversibilmente incline al male, il crimine è ineluttabile e invincibile: contro i delinquenti ci si può difendere solo neutralizzandoli o eliminandoli.
Per le concezioni ottimistiche, che, vedendo nello sviluppo delle cose un continuo miglioramento verso un ordine perfetto o perfettibile, considerano perfettibile anche l’uomo, il delitto è prevenire e può essere vinto, fino ad ipotizzarne l’estinzione in una società utopistica o senza classi.
E addirittura si giunge ad asserire che il delitto deve essere accettato quale “fatto normale” e persino benefico, essendo legato a quelle stesse condizioni che sono indispensabili alla normale evoluzione e al progresso sociale.

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