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L’assetto istituzionale delle autorità di controllo


L’attenzione da parte dei pubblici poteri sull’attività finanziaria si traduce in interventi ai diversi livelli dei poteri dello Stato:
Legislativo, per quanto attiene alla normativa primaria, volta a creare un quadro di regole base per tutte le aree componenti il sistema finanziario: bancaria, mobiliare, assicurativa
Esecutivo, con riguardo ai poteri di intervento attribuiti al Governo (o a comitati di ministri o a singoli ministri) che si traducono o in politiche di indirizzo, o in normazione secondaria.
Amministrativo, rappresentato dalle Autorità di controllo, competenti per le specifiche materie e che operano fondamentalmente sul terreno tecnico, attraverso le politiche e gli strumenti di regolamentazione e vigilanza.
Gli ordinamenti garantiscono l’indipendenza della Banca centrale dal Governo. La ragione fondamentale è che la Banca centrale è l’istituzione cui spetta la “tutela del valore della moneta” (ciò può avvenire per es, perseguendo in modo rigoroso politiche monetarie non inflazionistiche). Il governo può avere una diversa sensibilità a questo obiettivo; la sua politica di spesa pubblica (raccomandabile sul piano sociale) potrebbe essere discutibile sul piano della stabilità monetaria.

Il quadro delle autorità di controllo del sistema finanziario
L’assetto istituzionale del sistema finanziario italiano prevede la presenza di diverse Autorità di controllo:
- la Banca d’Italia, concentra diverse funzioni che riguardano l’attuazione della politica monetaria (in via sussidiaria rispetto alla Banca Centrale Europea), la vigilanza creditizia e finanziaria, la tutela nella concorrenza nel mercato del credito
- la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), ha il compito di controllare il settore mobiliare, i mercati, l’attività di intermediazione mobiliare, gli obblighi informativi delle società quotate e le offerte al pubblico di strumenti finanziari, la nascita di nuovi mercati, il comportamento dei soggetti vigilati.
- l’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse collettivo), esercita il controllo del mercato e delle imprese di assicurazione, attraverso le sue funzioni di regolamentazione, vigilanza e autorizzazione.
- la Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), è chiamata ad assicurare la funzionalità del sistema di previdenza complementare e, a tale scopo, vigila sulla corretta e trasparente amministrazione e gestione dei fondi. (art. 16 del D.lgs. 124/1993)
- l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), a cui compete la sorveglianza e la repressione dei comportamenti (intese, posizioni dominanti, concentrazioni) che mettono in discussione la libertà di concorrenza

La relativa complessità del sistema dei controlli fa sorgere il problema del coordinamento e dell’integrazione delle competenze e delle funzioni delle diverse autorità, quando queste hanno poteri di intervento nei confronti dello stesso oggetto: per es, controllano a vario titolo lo stesso intermediario finanziario o la stessa tipologia di attività finanziaria. La situazione è complessa perché i confini tra aree di competenza e attività non sono netti. Per es. le banche possono svolgere attività di intermediazione mobiliare, entrano quindi nel campo in cui la Consob deve vigilare; oppure le banche possono distribuire prodotti assicurativi presso i propri sportelli.
Chi è competente a vigilare? Il D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materie di intermediazione finanziaria) stabilisce che:
- alla Banca d’Italia viene riservata la responsabilità dei controlli di stabilità degli intermediari (sentita la Consob)
- alla Consob (sentita la Banca d’Italia) viene riservata l’attività di controllo ai fini della trasparenza e della correttezza (art.5)
- “la Banca d’Italia, la Consob, e l’Isvap collaborano tra loro anche mediante lo scambio di informazioni, al fine di agevolare le rispettive funzioni”.
Inoltre sebbene i fini dell’AGCM appaiano complementari rispetto a quelli di vigilanza, tuttavia vi sono anche aspetti conflittuali. Per es, l’interesse della BI per la stabilità del sistema bancario potrebbe portare – in linea teorica – all’accettazione di livelli di concentrazione del mercato elevati. Si sono dovute stabilire quindi delle regole per disciplinare il rapporto tra le banche e le assicurazioni e l’AGCM).
Per dare ordine a questi rapporti, occorre stabilire un campo di competenza per ognuna delle autorità. In tal senso ci si può basare sulla scelta di diversi criteri di ripartizione, che metteremo via via in evidenza analizzando le differenti aree di intervento della vigilanza.
- istituzionale (per categorie di soggetti vigilati)
- funzionale (per tipo di attività svolta)
- per finalità della vigilanza.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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