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L’evoluzione della moneta nel tempo


L’evoluzione della moneta è segnata fondamentalmente dal passaggio dalla moneta-merce alla moneta-segno.
L’evoluzione si spiega considerando che i beni sono maggiormente efficaci come mezzo di pagamento se possiedono requisiti come l’essere poco ingombrante rispetto al valore intrinseco, durevoli nel tempo, omogenei, verificabili in quanto a valore.
La moneta-merce è inizialmente un bene, nel tempo questo ruolo viene svolto sempre più da metalli preziosi. Tuttavia la simmetria tra valore facciale e valore intrinseco si può perdere per diverse ragioni (es. caso di frodi, delle leghe o della “tosatura” o quando il valore relativo -rispetto agli altri beni- del metallo di conio si modifica). Ciò comporta l’esigenza di effettuare verifiche e raccogliere informazioni ai fini dell’accertamento della qualità della moneta (in particolare corrispondenza tra valore intrinseco e valore facciale); il suo utilizzo determina quindi costi e rischi elevati.
Il passaggio fondamentale verso la moneta-segno si ha allorché si ha la possibilità di sostituire la moneta-merce con titoli rappresentativi della stessa, ottenendo una riduzione dei costi (di informazione e di trasporto) e dei rischi (qualità, furti e smarrimenti).
La sostituzione della moneta merce con titoli rappresentativi si verifica in origine per ragioni pratiche: i mercanti del Rinascimento trovarono più economico e sicuro fare uso di certificati di deposito (rappresentativi della moneta-merce depositati presso i banchieri) piuttosto che trasferire fisicamente la moneta stessa.
Un altro passaggio chiave si verifica allorché i banchieri si rendono conto che la circolazione di certificati non richiede l’integrale copertura di moneta metallica; è infatti mollo improbabile che tutti i depositanti si presentino simultaneamente a ritirare il loro deposito, consentendo cosi di fare “prestito”. Il conto economico della banca si trasforma: i ricavi a fronte dei servizi di deposito vengono integrati dagli interessi sui prestiti.
Nel tempo la funzione di emettere titoli utilizzabili come moneta diviene un monopolio degli Stati, nasce così la moneta cartacea con corso legale, cioè riconosciuta in appositi dispositivi normativi.
Anche in questo caso si sviluppa la ricerca di procedure e di titoli alternativi alla moneta legale, ad esempio i saldi dei depositi in conto corrente ne sono un esempio: i saldi in essi contenuti possono essere trasferiti tramite emissione di assegni o altri strumenti proprio con funzione di mezzo di pagamento. Per la banca non è necessario tenere una scorta di moneta legale pari all’ammontare dei depositi, dato che questi non saranno ritirati tutti contemporaneamente. In questo modo, oltre i vantaggi di sicurezza e di costo già visti quando la moneta metallica è stata sostitutiva dai titoli rappresentativi, si riduce al minimo l’impiego della ricchezza in attività infruttifere come la moneta legale.
Nasce così la cosiddetta moneta bancaria. La sua diffusione ha come presupposto la fiducia del pubblico nell’affidabilità dei debiti bancari (depositi) come mezzo di pagamento (la quale dipende a sua volta dal grado di stabilità raggiunto dalle banche).
Negli ultimi anni, lo sviluppo della tecnologia informatica e della telecomunicazione ha reso possibile un uso più efficiente della moneta bancaria, infatti ciò che prima avveniva attraverso la circolazione di strumenti cartacei ora si regola con transazioni elettroniche basate su una carta di pagamento (moneta elettronica).

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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