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Le principali categorie di intermediari finanziari: Le banche

Le principali categorie di intermediari finanziari: Le banche


Le banche dopo la riforma del 1993
La definizione normativa di banca si basa sul criterio minimo dell’esercizio sistematico e congiunto delle attività di raccolta del risparmio tra il pubblico e di concessione del credito. Tuttavia, la normativa applicata dal ’94, -ispirata a un modello europeo di "banca universale"- ammette una campo di operatività molto ampio: dall’intermediazione creditizia all’intermediazione mobiliare, dalla negoziazione in conto proprio alla negoziazione delegata, dai servizi di pagamento all’attività di servizio.
La configurazione che le banche possono assumere va da un estremo rappresentato dalle condizioni minime per poter avere la qualifica di banca (raccolta del risparmio tra il pubblico ed esercizio del credito), all’altro estremo rappresentato dalla presenza a tutto campo nelle attività finanziarie.
In Italia il sistema bancario ha operato fino al 1993 in un quadro normativo basato sul principio della specializzazione funzionale e di durata. Le banche si distinguevano infatti in:
* banche di deposito, che si concentravano sulle brevi scadenze
* istituti di credito speciale, per le operazioni a medio-lungo termine
Dopo la riforma del 1993 le due categorie sono stati ricondotte all’unica categoria delle "banche".

Le caratteristiche distintive delle banche
Gli elementi distintivi della banca sono legati ad alcuni principali aspetti economici:
* lo svolgimento della funzione monetaria, che si basa sull’accettazione dei debiti bancari da parte del pubblico come mezzo di pagamento. Tale accettazione presuppone a sua volta che la singola banca e il sistema bancario godano della fiducia del pubblico. Storicamente questa funzione ha rappresentato la specificità (per certi aspetti "l’unicità") delle banche nel sistema finanziario, a cui si sono collegati controlli di politica monetaria e controlli di vigilanza (a tutela della stabilita e del risparmiatore)
* la funzione di trasferimento delle risorse finanziarie tra unità finali in surplus e in deficit. La banca, nello svolgimento di questa funzione:
si inserisce nel circuito creditizio, il che comporta l’assunzione di posizioni di negoziazione in proprio (e dunque dei rischi connessi)
attua la trasformazione delle scadenze, assume cioè posizioni attivo/passivo che implicano una trasformazione delle scadenze dal breve al medio-lungo termine.
svolge una funzione di selezione ex ante (di finanziamenti) e di controllo ex post (affinché i soggetti finanziari non tengano comportamenti di moral hazard)
* la funzione di trasformazione e gestione del rischio. La trasformazione comporta:
dal lato del passivo, la diversificazione delle posizioni –in una logica di "grandi numeri"- rende stabile la disponibilità di fondi
dal lato dell’attivo, la diversificazione rende accettabile il rischio di portafoglio
La gestione del rischio, invece, fa riferimento allo svolgimento di attività che hanno come scopo il trasferimento dei rischi tra operatori economici e finanziari.

Il bilancio delle banche
In Italia e nei paesi dell’Unione europea è stata adottata una regolamentazione contabile derivante dai cosiddetti "Principi contabili", tali principi sono noti con la sigla IAS (International Accounting Standards) o con la sigla introdotta recentemente IFRS (International Financial Reporting Standards).
Le nuove regole contabili IAS-IFRS sono valide per tutte le imprese, ma per le banche sono previste norme particolari.
L’evoluzione normativa dei bilanci verso l’assetto IAS-IFRS risponde alla volontà di perseguire gli obiettivi di comparabilità e di trasparenza delle informazioni.
Il bilancio di una banca è cmq centrato sui tradizionali documenti contabili: stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa
Il moderno bilancio IAS prevede inoltre una serie di altri documenti a integrazione delle informazioni emergenti dai 3 documenti di base; tra tali documento ricordiamo:
° Conto delle variazioni del patrimonio netto
° Rendiconto finanziario
° Relazione degli amministratori sulla gestione

Lo Stato Patrimoniale
Lo stato patrimoniale di una banca è redatto a sezioni contrapposte:
° L’Attivo, che comprende gli investimenti e i crediti; cioè le attività o asset.  (forme di impiego delle risorse finanziarie), In cui le voci sono distinte prioritariamente per natura; e con riferimento alle voci più importanti sono classificate anche per "categoria di controparte".
° Il Passivo, che comprende i debiti ("passività" o liabilities) e le voci del capitale netto (equity), che nel caso delle banche è indicato con il termine "patrimonio" (forme di finanziamento, cioè le modalità con cui la banca in un dato istante effettua la raccolta di risorse finanziarie necessarie allo svolgimento della propria attività). Le voci del passivo sono distinte per natura, talvolta per controparte e in alcuni casi anche per classi di scadenza. Il passivo di Stato patrimoniale comprende anche le voci del patrimonio, e quindi tutte quelle che indicano le fonti di finanziamento di competenza dei soci: il capitale sociale; le riserve sovrapprezzo azioni, le riserve di rivalutazione, e tutte le altre riserve e i fondi di natura patrimoniale; l’utile (o perdita) dell’esercizio.

Il conto economico
Esso riepiloga i componenti positivi e negativi di reddito, ed è redatto a scalare.
La forma verticale (o "progressiva") facilita l’individuazione del contributo offerto dalle diverse aree di business alla formazione del risultato netto, perché mette in evidenza una serie di margini reddituali che progressivamente conducono alla misura dell’utile (o della perdita) netto dell’esercizio in esame.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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