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Riconoscimento dell'antigene e attivazione dei linfociti B

L'attivazione dei linfociti B richiede il riconoscimento dell'antigene a livello dei tessuti linfoidi. I linfociti B naïve risiedono nei follicoli degli organi linfoidi secondari (milza, linfonodi e tessuti linfoidi associati alle mucose) dove ricircolano continuamente alla ricerca del proprio antigene specifico. L'entrata nel follicolo è guidata dalla chemochina CXCL13 prodotta e secreta dalle cellule dendritica follicolari (FDC). CXCL13 si lega al recettore CXCR5 espresso sulla superficie dei linfociti B ricircolanti, attraendo tali cellule nel follicolo. In questa sede, i linfociti B sopravvivono grazie a segnali di sopravvivenza come una citochina definita BAFF (B-cell Activating factor of TNF family). Gli antigeni, invece, penetrano all'interno degli organi linfoidi secondari attraverso il sangue o la linfa, frequentemente in seguito alla loro cattura da parte delle cellule dendritiche (DC). Queste possono internalizzare l'antigene e processarlo per la sua presentazione ai linfociti T oppure mantenerlo sulla loro superficie in forma nativa e disponibile ai linfociti B specifici. L'antigene può anche entrare nel follicolo in forma solubile ed essere riconosciuto direttamente dai linfociti B. L'attivazione del linfocita B specifico per l'antigene inizia con il legame dell'antigene stesso alle Ig di membrana che con le catene Igα ed Igβ formano il BCR dei linfociti B maturi

Tratto da IMMUNOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE di Domenico Azarnia Tehran
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