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Il pionieri del collezionismo: la collezione Pereire


Capita spesso che le modifiche del gusto vengano preannunciate da collezionisti o intenditori di modesta portata, a volte perché non gli riesce di entrare in possesso di ciò che rifletterebbe la loro prima scelta, a volte quale esito di un culto, di una preferenza ossessivamente personale. Ma accade altresì che i mutamenti di gusto vengono avvertiti in una fase leggermente posteriore: nel momento cioè, in cui trovano riscontro nelle raccolte alla moda dei collezionisti più facoltosi, operanti intorno la metà del secolo XIX. I più significativi sono forse i Pereire: la storia della loro strepitosa collezione ci consente di misurare il momento in cui la nuova scoperta viene assimilata entro il fenomeno consapevole della moda. I fratelli Isaac e Emile Pereire erano nati a Bordeaux nei primi anni del XIX secolo. Qualche anno dopo un informatissimo osservatore inglese dei casi di Francia, avrà motivo di osservare che mai come ora il denaro ha esercitato tanta influenza sulle arti, e che in un certo senso pienamente avvertibile, erano stati i banchieri o gli speculatori come i Rotschild o i Pereire a dipingere i quadri dei vari Salons, dal momento che i quadri venivano dipinti in conformità ai loro gusti personali. Essi compravano quadri moderni perché si va sul sicuro; dopodiché il prezzo sale; prima muoiono questi signori, meglio è. Tutto ciò è grottesco e parodistico, dal moneto che le opere dei pittori antichi andavano costituendo una porzione sempre più cospicua della loro collezione, ma è innegabile che un arcano presagio li esortava a farne acquisto nel momento stesso in cui i maestri in questione diventavano di moda. Per es., non c’è dubbio che la moda della pittura italiana del Quattrocento fosse meno sentita in Francia che in Inghilterra ma fatalmente i Pereire si trovarono in possesso di un quadro attribuito al Botticelli e di una bellissima Madonna del Carpaccio. C’erano dipinti assai importanti ei grandi maestri francesi del Settecento, da Boucher a Fragonard, mentre fra gli spagnoli non figurava solo l’immancabile Murillo, ma si notavano altresì un Velasquez, un Goya, El Greco, che indubbiamente comprendevano più di un capolavoro. Il profondo fascino della collezione Pereire si affida non solo alla bellezza dei dipinti in essa compresi ma altresì nel deliberato intento di far assurgere a grande fama alcuni nuovi astri, scelti fra i maestri del periodo classico. I Pereire sapevano alla perfezioni chi andasse sostenuto e chi affossato. È incontestabile che la fisionomia del tutto particolare della collezione Pereire fosse dovuta in larga misura al fatto che a presiedervi fosse il grande critico e storico dell’arte Theopfhile Thoré.

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