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Spazio degli stati nella risoluzione problemi delle macchine


Ma non tutti gli “spazi” sono uguali: si prendano per tutti due esempi chiarificatori: il problema del “lupo, la capra e il cavolo” e quello che chiamiamo della “tavola apparecchiata a cena”. Nel primo caso il robot deve trovare una soluzione affinché i fattori rimangano invariati dopo averli trasportati, uno alla volta, da una riva all’altra di un fiume. Nel secondo caso la cosa è invece più complessa: al robot viene chiesto di apparecchiare la tavola a cena in sala da pranzo; nel caso in cui però lì la tv non funzionasse, il robot dovrebbe apparecchiarla in salotto. Si capisce allora come in questo secondo caso il problema possa generare una “soluzione condizionale”.
Ciò che diventa più complessa è la generazione dello spazio degli stati durante il processo di risoluzione del problema: lo spazio degli stati è l’insieme di tutti gli stati raggiungibili nel corso del processo di soluzione di un problema. Uno stato è raggiungibile se può essere ottenuto a partire dallo stato iniziale, mediante l’applicazione degli operatori a disposizione.
Nel caso del robot domestico si intuisce che lo stato finale non è unico (è questo che pone la sua “condizionalità”) e non in virtù del fatto che esistono più soluzioni, ma in virtù del fatto che il robot deve entrare a conoscenza di uno stato di cose per poter dopo scegliere la soluzione (questo riguarda anche il gioco degli scacchi).

Tratto da INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Carlo Cilia
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