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Attività di accoglienza ed integrazione



Accoglienza ed integrazione sono dunque indicatori di un approccio interculturale in ambito educativo.
Le attività si incentrano, secondo l’approccio interculturale su tre poli tra lori interconnessi.

Multiculturalità
, sostiene il riconoscimento della diversità in classe. In tale senso si lavoro sulla messa a fuoco delle culture diverse, si riconosce la singolarità della varietà etnoculturale, si considerano le caratteristiche delle culture identitarie, i valori, i significati della vita per tali altre culture, i diversi sistemi organizzativi, tutto questo lavorando in un prospettiva comparativa che valorizzi le diverse culture individuandone elementi comuni e dissonanze tali ultimi visti come esisti prodotti dai processi storici. Si favorisce così l’armonia che senza accentuare il relativismo non porti a un senso di sfiducia in se stessi, individuando elementi critici che unificano le conoscenze in maniera sistematica e che trascendano da visioni parziali o da particolari prospettive.

Interculturalità
, è quell’approccio incentrato sulle pratiche diattiche, le attività scolastiche e le strategie di transizione che tendono a sviluppare risorse collettive che nella reciproca negoziazione facilitino la transizione delle esperienze e riducano le distanze ideologiche che frappongono i gruppi. In tal senso nelle scuole si parla di quelle attività strategiche che avvicinino i gruppi con lavori di cooperazione ad esempio affinchè nella reciprocità affiori lo scambio di idee e punti di vista. Il principio generale didattico è il fare relazionare i gruppi, favorendo lo sviluppo di ottiche di condivisione tramite il contatto di culture diverse cioè a lungo andare va a ridurre le barriere di incomunicabilità e porta alla realizzazione pratica della tolleranza.

Transculturabilità
, è quell’approccio che utilizzando il coinvolgimento personale, oltre chela tolleranza e l’enfasi etnoculturale può sviluppare risorse critiche e conoscitive nelle particolari visioni. Il principio è quello del cross culturale ovvero il soggetto va a stabilire contatti proficui con le altre culture. L’obiettivo è orientare verso l’integrazione e il presupposto è la creazione di una cultura ibrida che abbia cioè elementi significativi delle diverse culture intrecciate.

Questi i poli su cui si muove l’intercultura didattica. Ma ciò non basta, perchè si torna comunque ad abbracciare i principi di cittadinanza ed accoglienza il che non basta, dunque affinchè l’intercultura filtri realmente negli ambiti  della formazione producendo tensioni significative, come propone Cambi, è necessario procedere al continuo ripensamento del termine interculturale, contestualizzarlo cioè alla mutevolezza degli eventi di cui la società è continuamente caratterizzata. L’insegnante pertanto deve fare altrettanto nel senso di ripensarsi come non solo mediatore ma anche come partecipe alla conversazione con la più vasta società-mondo.
Secondo Demetrio anche gli insegnanti devono infatti interrogarsi costantemente per autodefinirsi in quanto chi lavora nell’educazione o nella didattica interculturale deve essere dotato di una attenzione pedagogica per quanto accade in uno spazio educativo verso i propri comportamenti individuali, discorsivi e narrativi.

L’intercultura per autodefinirsi si avvale di due processi:
• Lo sguardo etnografico, processo che abbandona il concetto di identità come essenza ma piuttosto la vede come definita da Clifford IMPURA IBRIDA e MIXATA. La riflessione sul fatto che l’identità in difesa della quale ci battiamo è solo una invenzione politica e culturale impiantata nei nostri codici e nei nostri sistemi culturali con quella retorica della nostalgia che usa le tradizioni per mettere i confini insormontabili e segnare distanze ed appartenenze. Con lo sguardo dell’etnografo che sposta l’attenzione su di se ciascuno potrà riflettere e scoprire che lungo i sentieri della modernità affiorano tanti frammenti isolati e non più storie intere, tracce che possono trasformarsi in una nuova cultura alla Clifford per intenderci. Si promuove in pratica la transitività cognitiva, si vuole abilitare l’alunno a farlo, la mobilitazione del processo di affermazione di se può far reinventare nuove autenticità, miste relazionali e inventive.
• L’atteggiamento del post-colonialismo, approccio che vuole abbattere il concetto coloniale di superiorità bianca e la giustificabile possibilità di sfruttamento delle minoranze. Questa mentalità è presente nel modo che abbiamo di porci nei confronti degli immigrati e nelle definizioni e/o luoghi comuni nonché stereotipi che perdurano nella società occidentale (bingo bongo, vu’cumprà) bisogna decolonizzare l’immaginario e recuperare parole come ibrido o meticcio usate un tempo, peccato che le si adoperasse per indicare contaminazioni negative.

Tratto da INTERCULTURA. PAIDEIA PER UNA NUOVA ERA di Marianna Tesoriero
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