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Opposizioni toponomastiche

Opposizioni toponomastiche


Alcune opposizioni fondamentali reggono il sistema di strade messo in valore dal film. Innanzi tutto, ci troviamo di fronte al contrasto semantico tra drive, boulevard, avenue, street e il vicolo dove si trova l’homeless, ossia il barbone.
La drive è per contro una passeggiata guidata, un percorso panoramico a distanza. L’aspettualizzazione spaziale è asimmetrica alla precedente; la drive è il punto di dissoluzione dello spazio cittadino verso il suo “fuori”. Ciò detto, va parimenti riconosciuto che la “passeggiata” mantiene la città come centro gravitazionale, tanto che ne spettacolarizza il profilo a debita distanza, trasformando il dettagliamento figurativo in una configurazione complessiva, passibile di supportare maggiormente una significazione plastica (la forma geometrica o il brulicare di luci della città). La poetizzazione della città è presente nel film già nella sequenza 4 e in quella successiva in cui, prima Rita e poi i detective sopraggiunti sul luogo dell’incidente guardano, da Mulholland Dr., questa riduzione della città al palpitare delle luci durante la notte. La città notturna diventa un limbo rappresentazionale dei propri ruoli attoriali e delle proprie case; l’amnesica Rita, così come i poliziotti che brancolano nel buio, si confrontano con questa defigurazione della trama cittadina: la cosa è angosciosa e nel con tempo sublime.
Oltre lo spazio qualificato dalla drive vi è un luogo ancora più estremo che è il corral, ove per l’urbanità non rimane che la chance di segnalarsi, nel paesaggio selvaggio, “facendo cerchio”, ossia disponendo le carovane in un circolo entro il quale sentirsi minimamente protetti.

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