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Leggi per estendere l'efficacia del contratto collettivo di diritto comune


Il Contratto collettivo di diritto comune è vincolante per i datori e lavoratori iscritti alle associazioni stipulanti.
Si è cercato di estendere l’ambito di applicabilità.

Sin dagli anni cinquanta i minimi retributivi dei Contratti collettivi sono di riferimento per il contratto individuale. Se la retribuzione stabilita è inferiore al minimo è come se fosse nulla, e la nullità è equiparata alla mancanza di accordo. Ci si rifà quindi all’art. 2099 cod.civ. Però nella retribuzione contrattuale non ci sono straordinari o 14°

Ci può essere il caso di adesione espressa o tacita.
Espressa quando nel contratto individuale c’è il rinvio al ccnl
il rinvio materiale riguarda un ccnl vigente ben determinato
il rinvio formale riguarda genericamente la contrattazione collettiva e quindi anche successiva e modifiche.
Tacita quando il datore con atti e fatti concludenti si attiene al ccnl

C’è una presunzione di iscrizione delle parti individuali ai sindacati.
Es. se un lavoratore invoca la normativa del settore industriale, deve essere il datore a dimostrare che è artigiano.

L’adesione del datore all’associazione stipulante è condizione necessaria e sufficiente per applicare il ccnl a tutti i lavoratori (indipendentemente dalla loro affiliazione)

GLI INTERVENTI PER ESTENDERE L’EFFICACIA DEL CONTR.COLL. DI DIRITTO COMUNE AI DATORI NON ISCRITTI AL SINDACATO STIPULANTE

L741/1959 Il Governo deve emanare decreti legislativi che recepiscono i contratti collettivi (La legge di proroga è stata dichiarata incostituzionale)

D.Lgs 165/2001 pubblico impiego stabilisce parità di trattamento

L.142/2001 Le soc.coop. per la giusta retribuzione ai soci lavoratori con rif. ai minimi dei ccnl affini

L.300/1970 sulla concessione di benefici e sulle retribuzione minime con rif. ad una zona (sanzioni: fino a revoca del beneficio)

Tratto da INTRODUZIONE AL DIRITTO SINDACALE di Barbara Pavoni
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