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Cultura e istruzione


Il termine cultura deriva dal latino colere=coltivare, pertanto l'attività dell'educatore viene spesso paragonata a quella del contadino, in funzione del significato del termine, infatti l'insegnante o l'educatore altro non fa che un'attività simile a quella del contadino, ovvero preparare il terreno, spargervi i semi, tagliare e innestare le giovani piante. Il termine cultura però si differenzia dai termini: istruzione, erudizione e sapere..
L'uomo istruito è colui che possiede maggiori informazioni rispetto alla media degli individui, e spesso queste conoscenze sono di origine scolastica, e che ricorda più degli altri, inoltre continua ad arricchire la propria mente grazie soprattutto alla lettura. E' da ricordare che nell'istruzione trova uno spazio privilegiato la storia a differenza delle lingue classiche che sono in via di scomparsa.
Al di sopra dell'istruito c'è l’erudito, che possiede più o meno nello stesso campo maggiori conoscenze di quello istruito. Conosce meglio le lingue classiche, la letteratura classica e anche quella del suo paese o paesi vicini, l'erudizione è il sapere esteso in particolare nelle scienze storiche. In considerazione di questa solida erudizione gli si perdona una mancanza di interesse verso il presente. L'erudito gode di un ottima memoria, la cui memoria assume una duplice facoltà: da una parte viene vista come attività tesa ad acquisire delle conoscenze e a conservarle più facilmente e più rapidamente, e dall'altro contenitore nel quale queste conoscenze vengono custodite.
Accanto all'uomo istruito ed eruditi troviamo il dotto, egli non possiede più o molto di più conoscenze rispetto all'uno o all'altro ma possiede un altro genere di conoscenze, che sono per lo più scientifiche, come la fisica, chimica, scienze naturali, medicina, astronomia, matematica ecc.., e in parte filosofiche, laddove per filosofia si intende istruzione tecnica. A differenza dell'istruito e dell'erudito il dotto è uno specialista.
Inoltre abbiamo il colto, che assume lo stesso significato dell'agiato in relazione al ricco, il termine ricco sa di volgare mentre agiato è un termine più discreto e delicato, allo stesso modo si intende il colto in relazione all'istruito, termine quest'ultimo che sembra una parola plebea a differenza del colto che è un termine più nobile, visto che l'istruito può essere anche l'autodidatta, mentre il colto ha ricevuto un trattamento trattato dall'educatore. La metafora che vede l'uomo paragonato alla pianta e l'attività dell'educatore analoga a quella del coltivatore vale a spiegare che un albero di frutta può crescere da solo, ma essendo selvaggio, produrrà frutti selvaggi, per dare frutti buoni e succulenti deve essere piantato, innaffiato, potato. A volte la mente dell'allievo è paragonata a un terreno che è necessario coltivare, così come il coltivatore prepara il terreno, lo dissoda in profondità e lo ara, insomma lo rende atto a ricevere i sementi, così l'educatore esercitando la sua autorità, prepara l'allievo a ricevere con obbedienza senza resistenza come fa il terreno a ricevere i semi, che in campo intellettuale sono le conoscenze, per cui attraverso la formazione l'allievo passa da informe a individuo formato.
Nel processo di formazione-istruzione, l'allievo non ha ruolo passivo, ma essendo un essere pensante con dei bisogni, interessi e attitudini, d'altro canto il maestro ha un proprio sistema culturale di cui fanno parte un programma, una metodologia, un insegnamento, e tale sistema presuppone da parte degli allievi una partecipazione attiva e ciò gli consentirà di continuare a coltivarsi da solo anche dopo la scuola. In altre parole possiamo dire che l'allievo avvia una reazione più che un azione, cioè reagisce all'azione dell'insegnamento dell'insegnante.
Dunque è importante che l'individuo al di fuori della scuola continui a coltivarsi per evitare che diventino incolti e arrugginiti come un arnese, e cioè per evitare quel processo di abbandono e per di più regressione. Per una coltivazione continua sarebbe necessario anche la sola lettura di riviste, libri, giornali e quant'altro, mezzo ritenuto eccellente, perché tiene informati. La caratteristica più importante della cultura è che essa viene ereditata, per cui la si tramanda da generazione in generazione grazie anche quei luoghi di custodia quali i libri, i musei, le biblioteche e grazie pure all'attività degli educatori, se ciò non fosse possibile ogni generazione si troverebbe costretta a ricostruire tutto, e ciò implicherebbe una regressione a discapito del progresso del sapere.

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