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Il comportamentismo: studi cognitivisti


Secondo gli studi di Chomsky sul linguaggio, l’apprendimento del linguaggio avviene attraverso la formazione precoce di regole. Il linguaggio quindi sarebbe programmato e neurologicamente predisposto ad uno sviluppo attraverso regole e un attivo processo di elaborazione guidato da strutture organizzative e attive: è un sistema organico che si sviluppa passando da uno stato ad un altro secondo una sequenza programmata. Il comportamentismo invece asseriva che il linguaggio fosse un’abilità progressivamente acquisita attraverso tentativi ed errori e rinforzi casuali o programmati che portavano ad associare parole ai significati e poi le parole ad altre parole. Secondo il cognitivismo l’attività conoscitiva umana non è un processo passivo ma anzi attivo, teso ad elaborare teso ad interpretare, elaborare e anche distorcere i dati sensoriali. L’attività cognitiva consiste in una serie di trasformazioni dello stimolo, passando dall’input sensoriale all’interpretazione che attribuisce significato. É un processo che seleziona gli stimoli, anche se esistono schemi prefisati che pilotano la selezione e l’interpretazione, ed a questo contribuiscono anche l’apprendimento sociale e la culturizzazione del soggetto. Il  processo cognitivo è un processo attivo teso a costruire il significato che guida l’azione in  un certo contesto, e orientato all’astrazione e alla creazione di regole. Questa concezione  contrasta con la visione passiva proposta dal comportamentismo.

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