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Teoria delle Relazioni Internazionali


Possiamo finalmente proporre una vera e propria teoria delle Relazioni Internazionali.

Il principio gerarchico (tipo interpretativo)
Alla base della nuova costruzione poniamo l’ipotesi, secondo cui gli Stati che condividono una stessa vita internazionale, si pongono nei loro rapporti su una linea gerarchica.

L’autorità sul piano internazionale (tipo interpretativo)
I rapporti interstatali danno inevitabilmente vita a rapporti di subordinazione, cosicché si può ipotizzare che durante i periodi di pace i rapporti tra gli Stati producano forme di autorità di fatto e non di diritto. Anche se la condizione di autorità non è sancita giuridicamente, alcuni Stati sono liberi di agire sul piano internazionale in modi ben più significativi di quanto non sia possibile ad altri. In questo modo si viene a creare un rapporto di diseguaglianza e la teoria dell’ordine internazionale si confronta con la teoria dell’anarchia.

La guerra costituente (tipo interpretativo)
La guerra costituente ha per effetto il cambiamento della costituzione pre-esistente, in cui cambia la composizione del gruppo che detiene l’autorità, che sarà accompagnata dalla formazione di nuovi principi generali, in conseguenza dell’esito della guerra stessa. Tali guerre sono naturalmente rare, e quindi tanto più importanti: si può dire che le Guerre Napoleoniche, la Prima e la Seconda guerra mondiale sono eventi grandiosi che mettono in luce un altro importantissimo aspetto: il coinvolgimento di tutte le forze di un paese. Ecco che nella guerra costituente si concentrano i tre aspetti fondamentali della vita internazionale degli Stati: politica, guerra, strategia.

Assunzione dei ruoli (tipo applicativo)
I rapporti costituiti dal nuovo ordine fanno sì che ogni Stato abbia il suo ruolo.

Determinazione delle regole del gioco (tipo applicativo)
La conseguenza deduttiva della è la determinazione delle regole di gioco che vengono interiorizzate e praticate da tutti gli Stati, indipendentemente dal fatto che essi siano vincitori o perdenti. Questa quinta ipoteso ha una funzione fondamentale nella logica qui proposta, perché da un lato si può dire se i fini della guerra corrispondono alle ragioni che l’hanno fatto scoppiare, e dall’altro, valutare si il nuovo ordine risulti sufficientemente solido e prometta di durare.

La formazione del regime del sistema internazionale (tipo applicativo)
Dopo la fine di una guerra possono presentarsi nuove tensioni: esse possono essere affrontate usando la tecnica della cosiddetta “irreggimentazione”= tentativo che le parti compiono per evitare che una qualche tensione sfugga di mano agli interessati: ecco che allora le parti la sottoporranno a una continua ripresa, il cui fine sarà, la sua “tenuta sotto controllo”. La quotidianità della vita internazionale, è dunque oggetto di “irreggimentazioni” continue, che adattano al singolo caso regole generali già imposte a tutti i soggetti delle Relazioni Internazionali.

Il declino del principio di ordine (tipo applicativo)
La storia ci suggerisce che qualsiasi ordine internazionale è sempre, prima o poi, crollato. Questa settima e ultima ipotesi ci consente di introdurre nel nostro modello un elemento di particolare importanza: il tempo, il cui scorrere ha un’incidenza sulla durata dei sistemi internazionali. Un interessante tentativo di analizzare questa situazione è stato compiuto da J.-B. Duroselle, il quale propone una tipologia dei sistemi imperiali della storia: imperi effimeri; imperi duraturi e dinastici; imperi marittimi e/o coloniali; imperi “clandestini”. Da questa elencazione deriva che ogni impero si è dissolto, per varie ragioni. Giunti a questo punto, ci si può domandare quale sarà il futuro per il nostro pianeta: attualmente è difficile ipotizzarlo. Si può ben dire, però, che il sistema internazionale ha avuto una pace così esaltante e pacifica. Perché, allora, bisogna porre dei limiti al futuro?

Tratto da ISTITUZIONI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI di Fabrizio Calabrò
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