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Precolonizzazione in Sardegna


Fin dall’inizio della navigazione, la Sardegna era meta e crocevia dei commerci perché era ricca di risorse naturali. Dal quinto millennio a.C. ci fu un grande traffico di ossidiana (vetro vulcanico utilizzato soprattutto nel neolitico per fabbricare lame) verso il golfo del Leone. Dopo (metà del secondo millennio a.C.), le risorse minerarie attirarono prima i navigatori micenei e poi i mercanti orientali. Anche se ci sono miniere, ci fu un grande traffico di rame proveniente da Cipro; da citare in uscita verso i mercati dell’Oriente grandi quantità di argento (metallo di base nelle transazioni commerciali). Le popolazioni nuragiche erano proprietarie dei giacimenti. Quindi, dal XIV secolo a.C., si alternarono prima i mercanti micenei poi, in seguito alla dissoluzione della talassocrazia micenea e l’invasione dei “popoli del mare”, dai primi decenni del XII secolo a.C., arrivarono i naviganti vicino-orientali: Filistei, Ciprioti, Siriani del nord e i Fenici.
Molte tracce sono state lasciate dai naviganti originari dell’isola, forse imbarcati su navi orientali, lungo la rotta da Oriente a Occidente: per la maggior parte ceramiche di tipo nuragico. Molti tra i centri costieri e i villaggi dell’interno della Sardegna conservano tracce della presenza temporanea dei navigatori e dei mercanti micenei e orientali (complesso nuragico di Antigori e il nuraghe complesso di Arrubiu di orroli). Ci sono più tracce dei naviganti orientali: Macomer e Magomadas derivano dalla parola filistea e fenicia Maqom, che vuol dire mercato, luogo; un frammento di sarcofago filisteo in terracotta (neapolis, attuale Santa Maria di Nabui); uno scarabeo\sigillo (Tharros), con la menzione di Dagon, dio filisteo del sole e del grano; due brevi iscrizioni filistee su frammenti di ceramica (villaggio nuragico di Sant’Imbenia, alghero).
Lo sfruttamento dei giacimenti di argento coinvolse tutti i versanti della Sardegna, perché erano situate lungo la fascia costiera: promontorio dell’Argentiera (Alghero), monte Albo (Capo Comino), Desulo, Ogliastra, medio corso del Flumendosa (Quirra), Monte Rosas (Villamassargia) e nel bacino del Sulcis-Iglesiente tra Guspini e Carbonia e cuore presso Antas. La permanenza dei mercanti orientali nell’isola era stagionale e limitata al periodo dedicato alla navigazione commerciale, tra marzo e ottobre, mentre gli interessi della committenza erano curati sul posto da mercanti residenti che vivevano nei villaggi nuragici.

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